Molti hanno dell’anarchia una idea assai superficiale, se non del tutto distorta. La propaganda martellante da parte dello Stato, e l’approccio passionale e irrazionale di molti auto-proclamati anarchici, hanno minato alla base l’anarchia come concezione e come pratica. Oggi, in una fase storica di profonda crisi dello Stato territoriale, è tempo di riportare alla luce alcuni scritti che, nonostante il passare del tempo, mantengono una freschezza e una lucidità straordinarie, e che per questo costituiranno forse motivo di disturbo per molti anarchici tradizionalisti e anti-anarchici viscerali.
Libertaria è il più ambizioso progetto antologico mai portato avanti sul tema dell’anarchia. I trecento saggi contenuti in questa collezione di cinque volumi mostrano non solo che la concezione e la pratica anarchica sono attualmente più che mai valide, ma ci offrono anche la possibilità di riflettere sulla crisi e sulla degenerazione di un potere dominante che non ha più ragione di essere.
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Quando si parla di “transfemminismo” spesso non si riesce a riportare la complessità del mondo di cui si sta parlando. Se poi la scena di cui si parla è quella proletaria dei bassifondi di mezza Europa lo spettacolo è assicurato!
Sboccata, irriverente, anarchica: con Diventare cagna, Itziar Ziga dà sfogo alla voce delle ultime e degli ultimi, del femminismo da strada, delle reiette e dei prostituti, sputando in faccia a ogni perbenismo, progressista o conservatore che sia. Le cagne se la ridono dei codici dei ricchi, dei borghesi, ma anche del gay riconvertito in caporeparto o della lesbica discreta e laboriosa. Itziar Ziga e le sue cagne latrano sguaiatamente delle loro borse di Prada mezze vuote e delle loro facce spaventate di fronte alla crisi. Le cagne la cavalcano la crisi, perché la crisi è l’unico stile di vita che conoscono.
A distanza di più di dieci anni dalla sua prima pubblicazione in lingua spagnola, torna in Italia Diventare cagna, il libro-manifesto che ha ispirato migliaia di persone in tutto il mondo.
«Ci rifiutiamo di reprimere i nostri desideri e di congelarci come bestie perennemente in allerta. Siamo un branco furioso, diventiamo cagne»
Venturino Ventura ha conosciuto un lungo e incomprensibile oblio. Da qualche anno però il suo nome sta tornando alla luce, e questo grazie alla riscoperta delle sue architetture, che per anni nell’immaginario dei cittadini romani sono stati di un anonimo architetto senza nome.
Venturino Ventura coglie l’occasione della riqualificazione della piazzetta Morgagni per indagare l’attività dell’architetto romano, indagando con tavole originali e foto inedite l’attività di uno dei grandi “dimenticati” della storia dell’architettura italiana.
Nel mondo di oggi, vi è l’abitudine di pensare a carte, a pendolini e zodiaco come a specchi per allodole: strumenti usati da cialtroni al solo scopo di irretire povere vittime che, elargendo denaro, pensano di ricevere responsi miracolosi su vita, salute e amore. I casi di cronaca ci portano a credere che a lavorare coi tarocchi sia solo questa categoria (i “cialtroni”, appunto), ignorando coloro che scrivono, fanno ricerca e praticano con serietà questi antichi strumenti di divinazione.
Con i loro Arcani filosofici, Francesco D’Isa e Alessia Dulbecco mettono in piedi un progetto filosofico, artistico e operativo che cerca di reinterpretare il senso intimo e ancestrale dei tarocchi, offrendone un uso che non intende predire il futuro, ma vuole creare uno strumento per riflettere su di sé.
Assieme a questo volume, che rappresenta una guida indispensabile per approfondire l’uso dei tarocchi intuitivi, è presente un mazzo di venticinque Arcani, reinterpretati per essere uno strumento di indagine e approfondimento utile a unire una maggiore conoscenza di sé al miglioramento del proprio stato esistenziale.
Nel mondo di oggi, vi è l’abitudine di pensare a carte, a pendolini e zodiaco come a specchi per allodole: strumenti usati da cialtroni al solo scopo di irretire povere vittime che, elargendo denaro, pensano di ricevere responsi miracolosi su vita, salute e amore. I casi di cronaca ci portano a credere che a lavorare coi tarocchi sia solo questa categoria (i “cialtroni”, appunto), ignorando coloro che scrivono, fanno ricerca e praticano con serietà questi antichi strumenti di divinazione.
Con i loro Arcani filosofici, Francesco D’Isa e Alessia Dulbecco mettono in piedi un progetto filosofico, artistico e operativo che cerca di reinterpretare il senso intimo e ancestrale dei tarocchi, offrendone un uso che non intende predire il futuro, ma vuole creare uno strumento per riflettere su di sé.
Questo mazzo di tarocchi è stato pubblicato come appendice al volume Arcani filosofici, che rappresenta una guida indispensabile per approfondire l’uso dei tarocchi intuitivi. I tarocchi tradizionali sono stati reinterpretati per essere uno strumento di indagine e approfondimento utile a unire una maggiore conoscenza di sé al miglioramento del proprio stato esistenziale.
Nel mondo di oggi, vi è l’abitudine di pensare a carte, a pendolini e zodiaco come a specchi per allodole: strumenti usati da cialtroni al solo scopo di irretire povere vittime che, elargendo denaro, pensano di ricevere responsi miracolosi su vita, salute e amore. I casi di cronaca ci portano a credere che a lavorare coi tarocchi sia solo questa categoria (i “cialtroni”, appunto), ignorando coloro che scrivono, fanno ricerca e praticano con serietà questi antichi strumenti di divinazione.
Con i loro Arcani filosofici, Francesco D’Isa e Alessia Dulbecco mettono in piedi un progetto filosofico, artistico e operativo che cerca di reinterpretare il senso intimo e ancestrale dei tarocchi, offrendone un uso che non intende predire il futuro, ma vuole creare uno strumento per riflettere su di sé.
Separatamente a questo volume, che rappresenta una guida indispensabile per approfondire l’uso dei tarocchi intuitivi, è presente un mazzo di venticinque Arcani, reinterpretati per essere uno strumento di indagine e approfondimento utile a unire una maggiore conoscenza di sé al miglioramento del proprio stato esistenziale.
In un’Italia tradizionalista e sessuofobica, tra gli anni Settanta e Ottanta, nasce una fiorente e stimolante industria del porno che coinvolgerà decine di professioniste e professionisti. Sono gli anni in cui si vota Democrazia Cristiana e si frequentano privé, in cui la contestazione studentesca viene riassorbita dal capitale, anni di complotti e stragi. In quest’Italia così piena di contraddizioni, nasce Eugenia, poi nota in tutto il mondo con il suo nome d’arte: Jessica Rizzo.
In Nata bene, autobiografia di uno dei simboli dell’Italia di quegli anni e non solo, Jessica Rizzo si “mette a nudo”, parlando della sua infanzia, della sua formazione, della scoperta del suo corpo e della sua sessualità.
Nata bene ci parla di una donna in tutta la sua complessità, dalla sua dimensione spirituale al rapporto con la sua famiglia, dall’amore per suo marito Marco Toto all’ingresso del mondo del cinema hard.
Gli esseri umani del passato sapevano orientarsi grazie alla posizione degli astri, riuscivano a riconoscere una pianta velenosa con una sola occhiata, avevano sviluppato la capacità di predire il clima dall’umidità e dal vento. Oggi, la maggior parte di noi ha perso queste capacità. Eppure, conosciamo con precisione la nostra posizione grazie ai navigatori GPS, con un motore di ricerca possiamo conoscere mille proprietà di ogni singola radice, possiamo avere indicazioni sul tempo per le prossime settimane da satelliti e algoritmi. Abbiamo perso il contatto con la natura? O forse è la tecnologia a permetterci un legame ancora più profondo con essa?
Attraverso NextNature, il filosofo e artista Koert Van Mensvoort ci conduce in un’affascinante esplorazione del concetto di “natura”, come esso sia un prodotto culturale e come la “nostra” natura sia quella di produrre artefatti tecnologici. Superando il modello oramai obsoleto dell’Antropocene, tra algoritmi genetici e nuove e incredibili creature, NextNature ribalta le nostre convinzioni su cosa sia naturale, cosa artificiale, cosa sia la vita e come l’evoluzione della società stia creando nuovi livelli di complessità.
I nostri corpi sono incatenati da secoli in una gabbia di convenzioni in cui noi stessi ci costringiamo a rimanere. Le catene del conformismo, dell’eteronormatività, del patriarcato, della religione, dell’etichetta soffocano non solo chi non riesce a trovare posto in una società regolata da rigide norme, ma anche i “bravi cittadini”.
In Pornoterrorismo, Diana J. Torres fa carta straccia di ogni convenzione ed esplora le forme più estreme di attivismo queer. Pornoterrorismo è un libro senza concessioni: una critica spietata dell’ipocrisia, una negazione radicale della censura e dell’autocensura, un grido per il diritto di ognuno a godere del proprio corpo e della propria sessualità, una denuncia al conformismo e, soprattutto, un’apologia estrema della libertà.
Le esperienze narrate in prima persona e un’intuizione ideologica fuori dal comune fanno di queste pagine un documento unico. A cavallo tra la biografia e la filosofia, l’autrice propone una profonda riflessione su sesso, morale e politica.
Pornoterrorismo batte, gocciola, è un impulso fatto di desiderio e immaginazione. Un “attentato” a ogni convenzione, un atto “terrorista” contro le norme.
«Esiste forse una fusione più bella di quella tra le parole “porno” e “terrorismo”?».
Il cambiamento climatico sta mettendo a dura prova il sistema agricolo e alimentare di pregio, che è all’origine di quel modello urbano italiano che ha riscosso così grande successo nel mondo. Eppure, sono proprio l’architettura e l’urbanistica degli ultimi ottant’anni ad essere la prima causa di emissioni di CO2, le quali sono tra le origini dell’aumento della frequenza e della violenza di fenomeni climatici estremi. Questa analisi mostra chiaramente la centralità dell’architettura in questo processo: il mondo dell’architettura ha la responsabilità di offrire il proprio contributo.
Comunità Resilienti, catalogo del Padiglione Italia alla Biennale Architettura 2021, vuole essere proprio questo: una riflessione sulla questione del cambiamento climatico, che si stima essere tra le principali cause di emigrazione su scala globale e di malattie nei prossimi trent’anni. Comunità Resilienti si impegna a ricercare quelle che potrebbero essere le strategie e risorse da mettere in atto per affrontare la più grande sfida del nostro tempo.
Molti hanno dell’anarchia una idea assai superficiale, se non del tutto distorta. La propaganda martellante da parte dello Stato, e l’approccio passionale e irrazionale di molti auto-proclamati anarchici, hanno minato alla base l’anarchia come concezione e come pratica. Oggi, in una fase storica di profonda crisi dello Stato territoriale, è tempo di riportare alla luce alcuni scritti che, nonostante il passare del tempo, mantengono una freschezza e una lucidità straordinarie, e che per questo costituiranno forse motivo di disturbo per molti anarchici tradizionalisti e anti-anarchici viscerali.
Libertaria è il più ambizioso progetto antologico mai portato avanti sul tema dell’anarchia. I trecento saggi contenuti in questa collezione di cinque volumi mostrano non solo che la concezione e la pratica anarchica sono attualmente più che mai valide, ma ci offrono anche la possibilità di riflettere sulla crisi e sulla degenerazione di un potere dominante che non ha più ragione di essere.
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Quali sono le radici profonde della civiltà moderna? Alcuni anni fa, la Chiesa cattolica chiese all’Unione Europea di riconoscere nella costituzione le “radici cristiane” dell’Europa. La richiesta fu respinta. Il rifiuto opposto dalla quasi totalità dei paesi europei indica non solo che viviamo ormai in una società secolarizzata e post-cristiana, ma che non è nemmeno così pacifico che i valori e le istituzioni che costituiscono l’ossatura della Modernità siano un’eredità del messaggio evangelico.
Questo libro intende dimostrare che, per trovare le radici storiche della Modernità, dobbiamo guardare altrove. Ci sono buone ragioni per interpretare l’emersione della Modernità come La rivincita del paganesimo. I germi della democrazia, della mentalità scientifica, della tolleranza religiosa, dell’agonismo sportivo, delle belle arti, dell’edonismo, della libertà sessuale, della bioetica laica e di tanti altri tratti della Modernità, sono infatti più facilmente rintracciabili nel mondo pagano, in particolare nell’Antica Roma e nell’Antica Grecia, che non nel Medioevo cristiano.
Il cambiamento climatico sta mettendo a dura prova il sistema agricolo e alimentare di pregio, che è all’origine di quel modello urbano italiano che ha riscosso così grande successo nel mondo. Eppure, sono proprio l’architettura e l’urbanistica degli ultimi ottant’anni ad essere la prima causa di emissioni di CO2, le quali sono tra le origini dell’aumento della frequenza e della violenza di fenomeni climatici estremi. Questa analisi mostra chiaramente la centralità dell’architettura in questo processo: il mondo dell’architettura ha la responsabilità di offrire il proprio contributo.
Comunità Resilienti, catalogo del Padiglione Italia alla Biennale Architettura 2021, vuole essere proprio questo: una riflessione sulla questione del cambiamento climatico, che si stima essere tra le principali cause di emigrazione su scala globale e di malattie nei prossimi trent’anni. Comunità Resilienti si impegna a ricercare quelle che potrebbero essere le strategie e risorse da mettere in atto per affrontare la più grande sfida del nostro tempo.
Il cambiamento climatico sta mettendo a dura prova il sistema agricolo e alimentare di pregio, che è all’origine di quel modello urbano italiano che ha riscosso così grande successo nel mondo. Eppure, sono proprio l’architettura e l’urbanistica degli ultimi ottant’anni ad essere la prima causa di emissioni di CO2, le quali sono tra le origini dell’aumento della frequenza e della violenza di fenomeni climatici estremi. Questa analisi mostra chiaramente la centralità dell’architettura in questo processo: il mondo dell’architettura ha la responsabilità di offrire il proprio contributo.
Comunità Resilienti – Resilient Communities, catalogo del Padiglione Italia alla Biennale Architettura 2021, vuole essere proprio questo: una riflessione sulla questione del cambiamento climatico, che si stima essere tra le principali cause di emigrazione su scala globale e di malattie nei prossimi trent’anni. Comunità Resilienti – Resilient Communities si impegna a ricercare quelle che potrebbero essere le strategie e risorse da mettere in atto per affrontare la più grande sfida del nostro tempo.
Altro che intelligenze artificiali sempre più umane: è l’essere umano che sta diventando sempre più simile a una macchina. Dal presente degli smartphone al futuro prossimo dei visori in realtà aumentata, fino alle utopie delle interfacce cervello-computer: le tecnologie digitali si stanno fondendo con il corpo umano, creando le condizioni per un’umanità più efficiente, più razionale, più veloce e più misurabile.
Ma chi ci guadagna davvero da tutto ciò? E soprattutto: qual è il prezzo da pagare? Dalla diffusione di stimolanti fino ai timori che sia in corso un’epidemia di disturbi mentali, la realtà digitalmente aumentata in cui siamo immersi rischia di far collassare il nostro sistema operativo, il cervello, facendo precipitare la società in un burnout collettivo. C’è una via d’uscita?
Tra teorie politiche al confine tra utopia generazionale e fantascienza e progetti per restituirci il controllo sulla tecnologia digitale, la speranza che si possa invertire la rotta è ancora accesa. Ma la strada da percorrere è lunga. E il tempo stringe.
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Molti hanno dell’anarchia una idea assai superficiale, se non del tutto distorta. La propaganda martellante da parte dello Stato, e l’approccio passionale e irrazionale di molti auto-proclamati anarchici, hanno minato alla base l’anarchia come concezione e come pratica. Oggi, in una fase storica di profonda crisi dello Stato territoriale, è tempo di riportare alla luce alcuni scritti che, nonostante il passare del tempo, mantengono una freschezza e una lucidità straordinarie, e che per questo costituiranno forse motivo di disturbo per molti anarchici tradizionalisti e anti-anarchici viscerali.
Libertaria è il più ambizioso progetto antologico mai portato avanti sul tema dell’anarchia. I trecento saggi contenuti in questa collezione di cinque volumi mostrano non solo che la concezione e la pratica anarchica sono attualmente più che mai valide, ma ci offrono anche la possibilità di riflettere sulla crisi e sulla degenerazione di un potere dominante che non ha più ragione di essere.
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