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  • Colpisci dove più fa male

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    17,90

    Il volume che avete tra le mani non può essere maneggiato con troppa disinvoltura: è il frutto di decenni di lavoro dell’uomo che, dopo aver passato più di vent’anni ad attaccare la società tecnologica, ha dedicato il resto della sua vita a scrivere saggi per una rivoluzione a venire.

    Per Ted Kaczynski, il famoso UnaBomber, Colpisci dove più fa male non è solo un titolo a effetto, ma un imperativo, un ordine impartito da chi per tutta una vita si è fatto un esercito di un solo uomo. Dopo La società industriale e il suo futuro, abbiamo raccolto una serie di saggi, per lo più inediti in italiano, scritti da Kaczynski durante gli anni della prigionia. Nascosti in oscure fanzine o sepolti negli archivi dell’FBI, questi testi offrono una visione spietata e lucida sul movimento rivoluzionario.

    Con logica glaciale e prosa esplosiva, Kaczynski denuncia le trappole del sistema che distolgono l’attenzione dei rivoluzionari e ci incita a non accontentarci di piccole vittorie. Colpisci dove più fa male è un grido di battaglia contro l’apatia e la rassegnazione, un nuovo manifesto per chi vuole colpire al cuore il “nemico” e portare il cambiamento fino alle estreme conseguenze.



    Colpisci dove più fa male uscirà a settembre. Resta conness@ per sapere di più riguardo l'esplosiva collezione Freedom Club Collection
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    D Wear Colpisci dove più fa male

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    Il prezzo originale era: 27,90€.Il prezzo attuale è: 23,90€.

    Libertà di pensiero, potenza nello stile. Questa t-shirt non è solo un capo d’abbigliamento, è una dichiarazione di intenti. Ispirata al lavoro di Ted Kaczynski, al secolo Unabomber, questa maglia unisex è pensata per chi non ha paura di mettere in discussione il sistema e di esprimere il proprio dissenso in modo audace e diretto!

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  • La società industriale e il suo futuro

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    Per alcuni un criminale, un pazzo, un malato che è necessario nascondere alla vista. Per altri un filosofo, un martire, un profeta con cui è impossibile non fare i conti. Ma anche: una figura pop, un meme, il perfetto soggetto per una sceneggiatura hollywoodiana.

    Inquadrare Theodore John Kaczynski, l’anarchico che più di ogni altro è vissuto tra mito e realtà, all’interno di schemi prestabiliti è un compito quasi impossibile, avendo impersonificato molti dei ruoli che gli è stato attribuito: quello di fanatico, quello di guru, fino addirittura a essere l’ispirazione per più di una generazione di ribelli, sedotta dal suo messaggio.

    In questa edizione de La società industriale e il suo futuro, corredata di un vasto apparato critico e diversi testi inediti dell’autore, abbiamo cercato di far immergere lettrici e lettori non solo nell’ultimo grande manifesto della storia dell’anarchia, ma anche nella mente di un uomo che ha rappresentato paure e contraddizioni di una società senza scrupoli: quella tecnologica-industriale.

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  • Metal Theory

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    I metalli sono elementi malleabili, che si prestano a infiniti usi, manipolazioni e ibridazioni, eppure in ogni sua forma, manifestazione e trasformazione il metallo rimane inconfondibile nella sua estraneità, nel suo apparire alieno rispetto a noi creature organiche, mortali ed effimere.

    È per questo che il metal si chiama così: è un genere musicale primordiale, sovversivo, anarchico, che trova la sua essenza nel discostarsi dalla propria matrice, nella rottura continua, nello stridore, e nella deformazione, eppure rimane inconfondibile.

    Il filosofo Mark Fisher ha definito il metal un genere «saturo di metafisica». Gli unici approcci possibili per accostarsi al metal sono infatti quello mistico e quello filosofico.

    In Metal theory, in nove, tra autori e autrici, colgono la sfida concettuale posta dal genere dionisiaco per eccellenza: oltre la critica musicale, oltre la concettualizzazione filosofica, in un viaggio attraverso temi e immaginari inquietanti, sostanze psicotrope, possessioni demoniache, volumi al limite del danno auricolare, narrative ultraviolente, deliri megalomani ed estatiche celebrazioni del male.

    Se, per usare le loro parole, «pensare il metal equivale ad andare alla deriva», i curatori di questa raccolta, Claudio Kulesko e Gioele P. Cima conducono una compagnia del metallo oltre le colonne d’ercole della critica musicale, per tradurre l’esperienza sonica estrema in un’esperienza di lettura altrettanto radicale.

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  • He-Yin Zhen. Il tuono dell’anarchia

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    A cavallo tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo, in una Cina brulicante di movimenti riformisti e modernizzatori, l’uguaglianza di genere fu una delle tematiche più discusse. In questo contesto, fomentato da logiche perlopiù nazionaliste e anti-imperialiste, He-Yin Zhen 何殷震 (1884-1920?) rappresentò una voce fuori dal coro, un elemento di rottura, di fatto una delle poche ad aver preso posizioni radicali e critiche in termini antinazionalisti all’interno del dibattito intellettuale dell’epoca.

    Curato e tradotto da Cristina Manzone, He-Yin Zhen, Il tuono dell’anarchia rappresenta la prima raccolta in lingua italiana del lavoro della filosofa cinese. Arricchito da note curatoriali che riescono a far immergere chi legge nell’atmosfera del tempo, He-Yin Zhen, Il tuono dell’anarchia rappresenta la punta più avanzata di un modello a noi inedito di anarco-femminismo, grondante di filosofia confuciana, di rabbia e pura potenza retorica.

    «Nell’antichità come nel presente, raramente le donne muoiono per loro colpa»

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  • Oltre la periferia della pelle

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    Mai come oggi, “il corpo” è al centro della politica radicale e istituzionale. Movimenti femministi, antirazzisti, trans, ecologisti: tutti guardano al corpo come terreno di confronto con lo Stato e veicolo di pratiche sociali trasformative. Allo stesso tempo, il corpo è diventato un significante per la crisi riproduttiva generata dalla svolta neoliberista nello sviluppo capitalista e per l’impennata internazionale della repressione istituzionale e della violenza pubblica.

    In Oltre la periferia della pelle, Silvia Federici, attivista per tutta la vita e autrice di bestseller, esamina questi complessi processi, collocandoli nel contesto della storia della trasformazione capitalista del corpo in macchina-lavoro, ampliando uno dei temi principali del suo primo libro, Calibano e la strega. In questo processo affronta alcune delle questioni più importanti per i progetti politici radicali contemporanei. Cosa significa oggi “il corpo” come categoria di azione sociale/politica? Quali sono i processi, istituzionali o antisistemici, da cui è costituito? Come smantellare gli strumenti con cui i nostri corpi sono stati “chiusi” e rivendicare collettivamente la nostra capacità di governarli?

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  • Anarcoccultismo

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    Nel corso della storia, un filo rosso ha sempre legato i circoli occulti ai movimenti politici: dalla massoneria ai movimenti operai internazionali, dagli alchimisti ai culti esoterici, la storia del contropotere ha sempre mostrato le zone d’ombra invisibili allo sguardo del comune pragmatismo. Non a caso, il simbolismo riveste un ruolo centrale per definire la geografia e gli equilibri delle forze tra loro in competizione.

    In Anarcoccultismo, Erica Lagalisse analizza come le teorie politiche, i simboli e la storia dell’anarchismo e del socialismo affondino le proprie radici anche nell’occultismo, passando attraverso la caccia alle streghe (detentrici di una scienza medica empirica), maghi rinascimentali e massoni rivoluzionari. Tenendosi alla larga da improbabili teorie del complotto e avvalendosi di una minuziosa bibliografia, Anarcoccultismo mostra come i sentieri oscuri dell’eresia di ogni epoca sono incrociati con la lotta alle disuguaglianze, all’oppressione patriarcale e alle coercizioni del potere.

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  • Cronofagia

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    Ogni giorno i poteri che governano la nostra società architettano raffinati stratagemmi per sottrarci porzioni sempre più importanti di tempo: dalla burocrazia all’intrattenimento, passando per l’erosione del confine tra tempo libero e tempo dedicato al lavoro, il capitalismo oggi si nutre della nostra attenzione, della monetizzazione di sentimenti come l’amore e l’amicizia e dell’esibizione di passioni politiche, hobby e idiosincrasie.
    La Cronofagia è una forma di predazione capace di proporsi con i volti rassicuranti del progresso, della libertà d’espressione e dell’intrattenimento, un’appropriazione costante e pervasiva che mercifica segmenti sempre più ampi delle nostre vite. Dalla riduzione del sonno alle incombenze burocratiche riversate sulle masse, dalla diffusione dei social network alla fine dei tempi morti, dalle tecnodipendenze ai nontempi dei nonluoghi, dalle vacanze all’erosione della memoria, Cronofagia indaga come il capitalismo depreda le masse del proprio tempo.

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  • Panarchia

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    Per secoli siamo stati abituati a considerare la politica nel suo rapporto con la territorialità. Abbiamo imparato ad adorare, come un idolo, lo Stato-nazione. Ci siamo convinti che fosse naturale, entro un certo spazio, che degli esperti o delle maggioranze decidessero su tutto e che lo decidessero per tutti. Ma all’alba del ventunesimo secolo questo modello non funziona più: viviamo in una società multiculturale, frammentata, solcata da tensioni. Una parte crescente dei rapporti umani ed economici si svolge in una dimensione immateriale. Oggi insomma siamo chiamati a ripensare la nostra idea di organizzazione sociale: ripensare il ruolo dello Stato e, di converso, quello degli individui e delle comunità. Abbiamo bisogno di regole, certo, ma queste regole devono adattarsi alla varietà delle forme di vita che abitano il mondo. È infine giunto il tempo della panarchia?

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