Durante il lockdown, un po’ tutt@ noi abbiamo dovuto ridisegnare il nostro rapporto con il nostro corpo, con la nostra sessualità, con la nostra affettività…
Nella sua prima graphic novel, la disegnatrice libano-palestinese Nour Hifaoui – artista nota per le sue collaborazioni con il collettivo arabo-femminista Samandal comics – racconta con il suo solito tono distaccato e ironico la sua quotidianità pandemica, tra l’esplorazione della sua sessualità, i suoi rapporti poliamorosi, e le tragedie che hanno infestato le sue giornate attraverso i media.
Mai come oggi, “il corpo” è al centro della politica radicale e istituzionale. Movimenti femministi, antirazzisti, trans, ecologisti: tutti guardano al corpo come terreno di confronto con lo Stato e veicolo di pratiche sociali trasformative. Allo stesso tempo, il corpo è diventato un significante per la crisi riproduttiva generata dalla svolta neoliberista nello sviluppo capitalista e per l’impennata internazionale della repressione istituzionale e della violenza pubblica.
In Oltre la periferia della pelle, Silvia Federici, attivista per tutta la vita e autrice di bestseller, esamina questi complessi processi, collocandoli nel contesto della storia della trasformazione capitalista del corpo in macchina-lavoro, ampliando uno dei temi principali del suo primo libro, Calibano e la strega. In questo processo affronta alcune delle questioni più importanti per i progetti politici radicali contemporanei. Cosa significa oggi “il corpo” come categoria di azione sociale/politica? Quali sono i processi, istituzionali o antisistemici, da cui è costituito? Come smantellare gli strumenti con cui i nostri corpi sono stati “chiusi” e rivendicare collettivamente la nostra capacità di governarli?
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“I segni sull’acqua” racconta un mondo in cui l’alienazione delle relazioni è alla base dei rapporti umani. L’identità personale è sottomessa al ruolo lavorativo, la classe sociale di appartenenza pone confini invalicabili alla conoscenza del mondo. Il passato è stato completamente rimosso dall’immaginario e il futuro non è pensabile.
In questa realtà, un incidente automobilistico provoca la morte di un’intera squadra di lavoratori a chiamata, impiegati come correttori di bozze nell’industria editoriale. L’unico sopravvissuto, un uomo senza nome, privato della sua identità di lavoratore, tenta di ridefinire il mondo che abita in una sorta di nuova genesi di se stesso e della realtà.
L’incontro con una donna, Kelime, gli permetterà di trovare un nuovo equilibrio e la forza di ricordare ciò che aveva dimenticato, incluso un futuro nuovamente pensabile e immaginabile.
The first synthetic comic book co-created with emerging AI, Fastwalkers is a nonlinear meditation on deep learning that celebrates the unexpected poetics of generative computing and explores its potential to form new reader sensibilities.
Born out of Manouach’s ongoing experimentation with the informational abundance and affective economies of comics, Fastwalkers is a wildly vibrant hallucinogenic book in which all text and images have been produced with machine learning.
Since its beginnings in the late 19th century the comics industry has expanded symbiotically alongside the development of printing, distribution, and communication technologies. As a highly digitized medium with active online communities, comics lend themselves to the programmatic processes that define machine learning and today, synthetic processes are reshaping how we produce, consume, archive and understand all media, including comics. The comic was developed through interdisciplinary teamwork within the Nvidia Inception Accelerator program consisting of computer scientists and designers using the latest generative algorithms in AI such as GAN and GPT-3. Its models are trained on Anime and Hentai imagery and as a whole the book is an amalgamation of different community datasets, proprietary algorithms, indexing regimes, beta testing, and generative models.
The result is a semantic landscape of ambient layers whose harmonies and dissonances reveal the aggregate nature of knowledge exchange in the semiocapitalist age and illuminate the inherent computational qualities of comics to play with the latent space lurking in the reader’s cognition.
Nell’ultimo decennio, si è parlato con sempre più insistenza di economia circolare, un modello di produzione e consumo che implica condivisione, riutilizzo, riparazione e dei beni esistenti al fine di farli vivere il più a lungo possibile. In questo modello, è chiaro, il tema dei rifiuti è sempre più importante. Come impattano i rifiuti nella pianificazione urbanistica? In che modo l’architettura può supportare questo nuovo modello? E ancora, come può l’architettura farsi portavoce di un modello di produzione e consumo sempre più sostenibile?
Nato in seno a una serie di eventi e riflessioni scaturite in sede del Padiglione Italia “Comunità Resilienti” alla 17. Mostra Internazionale di Architettura Biennale di Venezia, Abitare circolare esprime la consapevolezza di assumere i rifiuti come parte del patrimonio culturale e naturale e quindi di un sistema complesso utile a promuovere lo sviluppo sostenibile delle città e dei territori.
Grazie al contributo di decine di professioniste e professionisti, e ancor più casi studio, Abitare circolare è la prima indagine approfondita sul tema dell’economia circolare, del rifiuto e della sostenibilità e del loro ruolo nella progettazione e costruzione della città.
Molti hanno dell’anarchia una idea assai superficiale, se non del tutto distorta. La propaganda martellante da parte dello Stato, e l’approccio passionale e irrazionale di molti auto-proclamati anarchici, hanno minato alla base l’anarchia come concezione e come pratica. Oggi, in una fase storica di profonda crisi dello Stato territoriale, è tempo di riportare alla luce alcuni scritti che, nonostante il passare del tempo, mantengono una freschezza e una lucidità straordinarie, e che per questo costituiranno forse motivo di disturbo per molti anarchici tradizionalisti e anti-anarchici viscerali.
Libertaria è il più ambizioso progetto antologico mai portato avanti sul tema dell’anarchia. I trecento saggi contenuti in questa collezione di cinque volumi mostrano non solo che la concezione e la pratica anarchica sono attualmente più che mai valide, ma ci offrono anche la possibilità di riflettere sulla crisi e sulla degenerazione di un potere dominante che non ha più ragione di essere.
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Marin County, 1978. Clara e Wendy hanno casa tutta per loro. Sono amiche da sempre, e colgono l’occasione per fumare di nascosto e parlare di ragazzi. Lo hanno sempre fatto, dopotutto. Ma quella sera qualcosa non andrà come programmato…
La provincia californiana è famosa per i suoi miti urbani, i suoi riti lisergici, le sue sette religiose. Non a caso i personaggi di questo oscuro e morboso graphic novel post tarantiniano sono inquietanti figure notturne: seguono traiettorie che attraversano cittadine fantasma, in una periferia sempre pronta a convertirsi alla moda spirituale di turno, dal puritanesimo a Q Anon. Tutta l’anima americana affonda le sue radici nell’estremismo religioso: una notte, a Marin County, questa storia sta per ripetersi.
Scritto dai registi David Birke e Nicholas McCarthy, disegnato da Benjamin Marra, Discepoli è un emozionante omaggio a fumetto al cinema horror degli anni Settanta, realizzato da tre maestri del genere.
Cosa sacrificheresti per la tua liberazione?
«A volte aspetti tutta la vita che qualcuno ti dia una chiave… E a volte succede proprio… Ora!».
Quando si parla di “transfemminismo” spesso non si riesce a riportare la complessità del mondo di cui si sta parlando. Se poi la scena di cui si parla è quella proletaria dei bassifondi di mezza Europa lo spettacolo è assicurato!
Sboccata, irriverente, anarchica: con Diventare cagna, Itziar Ziga dà sfogo alla voce delle ultime e degli ultimi, del femminismo da strada, delle reiette e dei prostituti, sputando in faccia a ogni perbenismo, progressista o conservatore che sia. Le cagne se la ridono dei codici dei ricchi, dei borghesi, ma anche del gay riconvertito in caporeparto o della lesbica discreta e laboriosa. Itziar Ziga e le sue cagne latrano sguaiatamente delle loro borse di Prada mezze vuote e delle loro facce spaventate di fronte alla crisi. Le cagne la cavalcano la crisi, perché la crisi è l’unico stile di vita che conoscono.
A distanza di più di dieci anni dalla sua prima pubblicazione in lingua spagnola, torna in Italia Diventare cagna, il libro-manifesto che ha ispirato migliaia di persone in tutto il mondo.
«Ci rifiutiamo di reprimere i nostri desideri e di congelarci come bestie perennemente in allerta. Siamo un branco furioso, diventiamo cagne»
Venturino Ventura ha conosciuto un lungo e incomprensibile oblio. Da qualche anno però il suo nome sta tornando alla luce, e questo grazie alla riscoperta delle sue architetture, che per anni nell’immaginario dei cittadini romani sono stati di un anonimo architetto senza nome.
Venturino Ventura coglie l’occasione della riqualificazione della piazzetta Morgagni per indagare l’attività dell’architetto romano, indagando con tavole originali e foto inedite l’attività di uno dei grandi “dimenticati” della storia dell’architettura italiana.
Nel mondo di oggi, vi è l’abitudine di pensare a carte, a pendolini e zodiaco come a specchi per allodole: strumenti usati da cialtroni al solo scopo di irretire povere vittime che, elargendo denaro, pensano di ricevere responsi miracolosi su vita, salute e amore. I casi di cronaca ci portano a credere che a lavorare coi tarocchi sia solo questa categoria (i “cialtroni”, appunto), ignorando coloro che scrivono, fanno ricerca e praticano con serietà questi antichi strumenti di divinazione.
Con i loro Arcani filosofici, Francesco D’Isa e Alessia Dulbecco mettono in piedi un progetto filosofico, artistico e operativo che cerca di reinterpretare il senso intimo e ancestrale dei tarocchi, offrendone un uso che non intende predire il futuro, ma vuole creare uno strumento per riflettere su di sé.
Assieme a questo volume, che rappresenta una guida indispensabile per approfondire l’uso dei tarocchi intuitivi, è presente un mazzo di venticinque Arcani, reinterpretati per essere uno strumento di indagine e approfondimento utile a unire una maggiore conoscenza di sé al miglioramento del proprio stato esistenziale.
Nel mondo di oggi, vi è l’abitudine di pensare a carte, a pendolini e zodiaco come a specchi per allodole: strumenti usati da cialtroni al solo scopo di irretire povere vittime che, elargendo denaro, pensano di ricevere responsi miracolosi su vita, salute e amore. I casi di cronaca ci portano a credere che a lavorare coi tarocchi sia solo questa categoria (i “cialtroni”, appunto), ignorando coloro che scrivono, fanno ricerca e praticano con serietà questi antichi strumenti di divinazione.
Con i loro Arcani filosofici, Francesco D’Isa e Alessia Dulbecco mettono in piedi un progetto filosofico, artistico e operativo che cerca di reinterpretare il senso intimo e ancestrale dei tarocchi, offrendone un uso che non intende predire il futuro, ma vuole creare uno strumento per riflettere su di sé.
Questo mazzo di tarocchi è stato pubblicato come appendice al volume Arcani filosofici, che rappresenta una guida indispensabile per approfondire l’uso dei tarocchi intuitivi. I tarocchi tradizionali sono stati reinterpretati per essere uno strumento di indagine e approfondimento utile a unire una maggiore conoscenza di sé al miglioramento del proprio stato esistenziale.
Nel mondo di oggi, vi è l’abitudine di pensare a carte, a pendolini e zodiaco come a specchi per allodole: strumenti usati da cialtroni al solo scopo di irretire povere vittime che, elargendo denaro, pensano di ricevere responsi miracolosi su vita, salute e amore. I casi di cronaca ci portano a credere che a lavorare coi tarocchi sia solo questa categoria (i “cialtroni”, appunto), ignorando coloro che scrivono, fanno ricerca e praticano con serietà questi antichi strumenti di divinazione.
Con i loro Arcani filosofici, Francesco D’Isa e Alessia Dulbecco mettono in piedi un progetto filosofico, artistico e operativo che cerca di reinterpretare il senso intimo e ancestrale dei tarocchi, offrendone un uso che non intende predire il futuro, ma vuole creare uno strumento per riflettere su di sé.
Separatamente a questo volume, che rappresenta una guida indispensabile per approfondire l’uso dei tarocchi intuitivi, è presente un mazzo di venticinque Arcani, reinterpretati per essere uno strumento di indagine e approfondimento utile a unire una maggiore conoscenza di sé al miglioramento del proprio stato esistenziale.
Due epoche differenti, ruoli femminili che cambiano, evolvono ma trovano sempre ostacoli e difficoltà nel proprio cammino. Due donne che si incontreranno negli occhi altrui, quegli occhi che entrambe hanno incrociato in momenti differenti della loro vita e che forse non rivedranno mai più. Ogni azione di una donna è costantemente messa a giudizio. Si valuta il loro matrimonio o la loro scelta di restare sole, la loro bellezza e il loro carattere, la loro forza o le loro fragilità…
In un’Italia spaccata a metà, tra dopoguerra e giorni nostri, tra centro e periferia, con La figlia della lupa, Barbara Aversa compie il suo esordio letterario con un thriller delicato e potente, in cui sono le donne e la loro femminilità a essere le protagoniste. Donne forti, donne dolci, donne aggraziate, donne avide, donne generose, madri, figlie sorelle e amiche: La figlia della lupa è un intreccio di storie di donne e nell’intreccio con altre vite ritroveranno sé stesse e la propria strada.
Una sola è La figlia della lupa, ma in fondo lo siamo tutte.
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In un’Italia tradizionalista e sessuofobica, tra gli anni Settanta e Ottanta, nasce una fiorente e stimolante industria del porno che coinvolgerà decine di professioniste e professionisti. Sono gli anni in cui si vota Democrazia Cristiana e si frequentano privé, in cui la contestazione studentesca viene riassorbita dal capitale, anni di complotti e stragi. In quest’Italia così piena di contraddizioni, nasce Eugenia, poi nota in tutto il mondo con il suo nome d’arte: Jessica Rizzo.
In Nata bene, autobiografia di uno dei simboli dell’Italia di quegli anni e non solo, Jessica Rizzo si “mette a nudo”, parlando della sua infanzia, della sua formazione, della scoperta del suo corpo e della sua sessualità.
Nata bene ci parla di una donna in tutta la sua complessità, dalla sua dimensione spirituale al rapporto con la sua famiglia, dall’amore per suo marito Marco Toto all’ingresso del mondo del cinema hard.
Quando a Cherry viene diagnosticata una malattia terminale, capisce che è il suo biglietto per la libertà. Lascia il lavoro, si tinge i capelli e parte per un’avventura in Islanda. Una volta lì, entra in contatto con una natura selvaggia, incontra un classico punk e semplicemente vive.
Con Cherry, Inés Estrada, in arte Inechi, compone un fumetto suggestivo e intenso, confermandosi una delle più affascinanti narratrici nel mondo del fumetto underground contemporaneo.
L’orrore può avere molteplici sfumature, dal nero del buio al rosso del sangue. Questa volta, la penna di Paolo di Orazio aggiunge i colori pastello dell’infanzia…
Nel 1990, un libro creò uno scandalo inaudito, arrivando addirittura a causare un’interrogazione parlamentare per istigazione a delinquere. Un libro che narra di bambini e bambine invisibili, che gridano il loro essere al mondo a colpa di accetta o di pugnale. Questo libro è Primi delitti, opera pioniera dello splatterpunk italiano che ha ispirato scrittori, musicisti, fumettisti e illustratori di tutta Italia e non solo!
A distanza di più di trent’anni, Primi delitti torna in un’edizione arricchita di una nuova prefazione (che racconta il viaggio di questo libro culto) e di nuove illustrazioni dell’autore, in cui si abbatte il tabù più duro da scalfire della società italiana: quello dell’infanzia! I protagonisti dei racconti di questo volume non sono efferati assassini o pericolosi serial killer, ma sono il simbolo dell’innocenza, della spensieratezza, della gioia.
Primi delitti vi guarda con uno sguardo beffardo e divertito: riuscirete ad andare fino in fondo?
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