L’orrore può avere molteplici sfumature, dal nero del buio al rosso del sangue. Questa volta, la penna di Paolo di Orazio aggiunge i colori pastello dell’infanzia…
Nel 1990, un libro creò uno scandalo inaudito, arrivando addirittura a causare un’interrogazione parlamentare per istigazione a delinquere. Un libro che narra di bambini e bambine invisibili, che gridano il loro essere al mondo a colpa di accetta o di pugnale. Questo libro è Primi delitti, opera pioniera dello splatterpunk italiano che ha ispirato scrittori, musicisti, fumettisti e illustratori di tutta Italia e non solo!
A distanza di più di trent’anni, Primi delitti torna in un’edizione arricchita di una nuova prefazione (che racconta il viaggio di questo libro culto) e di nuove illustrazioni dell’autore, in cui si abbatte il tabù più duro da scalfire della società italiana: quello dell’infanzia! I protagonisti dei racconti di questo volume non sono efferati assassini o pericolosi serial killer, ma sono il simbolo dell’innocenza, della spensieratezza, della gioia.
Primi delitti vi guarda con uno sguardo beffardo e divertito: riuscirete ad andare fino in fondo?
Ogni giorno i poteri che governano la nostra società architettano raffinati stratagemmi per sottrarci porzioni sempre più importanti di tempo: dalla burocrazia all’intrattenimento, passando per l’erosione del confine tra tempo libero e tempo dedicato al lavoro, il capitalismo oggi si nutre della nostra attenzione, della monetizzazione di sentimenti come l’amore e l’amicizia e dell’esibizione di passioni politiche, hobby e idiosincrasie.
La Cronofagia è una forma di predazione capace di proporsi con i volti rassicuranti del progresso, della libertà d’espressione e dell’intrattenimento, un’appropriazione costante e pervasiva che mercifica segmenti sempre più ampi delle nostre vite. Dalla riduzione del sonno alle incombenze burocratiche riversate sulle masse, dalla diffusione dei social network alla fine dei tempi morti, dalle tecnodipendenze ai nontempi dei nonluoghi, dalle vacanze all’erosione della memoria, Cronofagia indaga come il capitalismo depreda le masse del proprio tempo.
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Per alcuni un criminale, un pazzo, un malato che è necessario nascondere alla vista. Per altri un filosofo, un martire, un profeta con cui è impossibile non fare i conti. Ma anche: una figura pop, un meme, il perfetto soggetto per una sceneggiatura hollywoodiana.
Inquadrare Theodore John Kaczynski, l’anarchico che più di ogni altro è vissuto tra mito e realtà, all’interno di schemi prestabiliti è un compito quasi impossibile, avendo impersonificato molti dei ruoli che gli è stato attribuito: quello di fanatico, quello di guru, fino addirittura a essere l’ispirazione per più di una generazione di ribelli, sedotta dal suo messaggio.
In questa edizione de La società industriale e il suo futuro, corredata di un vasto apparato critico e diversi testi inediti dell’autore, abbiamo cercato di far immergere lettrici e lettori non solo nell’ultimo grande manifesto della storia dell’anarchia, ma anche nella mente di un uomo che ha rappresentato paure e contraddizioni di una società senza scrupoli: quella tecnologica-industriale.
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Spietato, autolesionista, a volte crudele.
Nelle storie di Aimone l’airone il cinismo e l’amarezza si intrecciano con il nostro presente nella scrittura grafica di Claudio Marinaccio.
Una prospettiva divergente che rende reali e duri i dolori e i temi trattati con un segno minimale e graffiante. In questo paradossale contrasto tra astrazione e realtà si sviluppa una grottesca ironia che spezza il cuore a metà come solo l’arte più grande sa fare.
«Io sono affascinato dagli storti, i tragici, i grotteschi, gli antipatici, gli indigesti. Quelli che creano problemi. Perché senza questi creatori non esistiamo proprio. Quindi pubblichiamo Aimone l’airone come atto di gratitudine per chi decide di fare la sua strada, senza chiedere permesso» – Dal testo di presentazione di Valerio Bindi, direttore di collana.
Mai come oggi, “il corpo” è al centro della politica radicale e istituzionale. Movimenti femministi, antirazzisti, trans, ecologisti: tutti guardano al corpo come terreno di confronto con lo Stato e veicolo di pratiche sociali trasformative. Allo stesso tempo, il corpo è diventato un significante per la crisi riproduttiva generata dalla svolta neoliberista nello sviluppo capitalista e per l’impennata internazionale della repressione istituzionale e della violenza pubblica.
In Oltre la periferia della pelle, Silvia Federici, attivista per tutta la vita e autrice di bestseller, esamina questi complessi processi, collocandoli nel contesto della storia della trasformazione capitalista del corpo in macchina-lavoro, ampliando uno dei temi principali del suo primo libro, Calibano e la strega. In questo processo affronta alcune delle questioni più importanti per i progetti politici radicali contemporanei. Cosa significa oggi “il corpo” come categoria di azione sociale/politica? Quali sono i processi, istituzionali o antisistemici, da cui è costituito? Come smantellare gli strumenti con cui i nostri corpi sono stati “chiusi” e rivendicare collettivamente la nostra capacità di governarli?
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Libertà di pensiero, potenza nello stile. Questa t-shirt non è solo un capo d’abbigliamento, è una dichiarazione di intenti. Ispirata al lavoro di Ted Kaczynski, al secolo Unabomber, questa maglia unisex è pensata per chi non ha paura di mettere in discussione il sistema e di esprimere il proprio dissenso in modo audace e diretto!
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Il volume che avete tra le mani non può essere maneggiato con troppa disinvoltura: è il frutto di decenni di lavoro dell’uomo che, dopo aver passato più di vent’anni ad attaccare la società tecnologica, ha dedicato il resto della sua vita a scrivere saggi per una rivoluzione a venire.
Per Ted Kaczynski, il famoso UnaBomber, Colpisci dove più fa male non è solo un titolo a effetto, ma un imperativo, un ordine impartito da chi per tutta una vita si è fatto un esercito di un solo uomo. Dopo La società industriale e il suo futuro, abbiamo raccolto una serie di saggi, per lo più inediti in italiano, scritti da Kaczynski durante gli anni della prigionia. Nascosti in oscure fanzine o sepolti negli archivi dell’FBI, questi testi offrono una visione spietata e lucida sul movimento rivoluzionario.
Con logica glaciale e prosa esplosiva, Kaczynski denuncia le trappole del sistema che distolgono l’attenzione dei rivoluzionari e ci incita a non accontentarci di piccole vittorie. Colpisci dove più fa male è un grido di battaglia contro l’apatia e la rassegnazione, un nuovo manifesto per chi vuole colpire al cuore il “nemico” e portare il cambiamento fino alle estreme conseguenze.
Colpisci dove più fa male uscirà a settembre. Resta conness@ per sapere di più riguardo l'esplosiva collezione Freedom Club Collection
Per secoli siamo stati abituati a considerare la politica nel suo rapporto con la territorialità. Abbiamo imparato ad adorare, come un idolo, lo Stato-nazione. Ci siamo convinti che fosse naturale, entro un certo spazio, che degli esperti o delle maggioranze decidessero su tutto e che lo decidessero per tutti. Ma all’alba del ventunesimo secolo questo modello non funziona più: viviamo in una società multiculturale, frammentata, solcata da tensioni. Una parte crescente dei rapporti umani ed economici si svolge in una dimensione immateriale. Oggi insomma siamo chiamati a ripensare la nostra idea di organizzazione sociale: ripensare il ruolo dello Stato e, di converso, quello degli individui e delle comunità. Abbiamo bisogno di regole, certo, ma queste regole devono adattarsi alla varietà delle forme di vita che abitano il mondo. È infine giunto il tempo della panarchia?
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