Il cambiamento climatico sta mettendo a dura prova il sistema agricolo e alimentare di pregio, che è all’origine di quel modello urbano italiano che ha riscosso così grande successo nel mondo. Eppure, sono proprio l’architettura e l’urbanistica degli ultimi ottant’anni ad essere la prima causa di emissioni di CO2, le quali sono tra le origini dell’aumento della frequenza e della violenza di fenomeni climatici estremi. Questa analisi mostra chiaramente la centralità dell’architettura in questo processo: il mondo dell’architettura ha la responsabilità di offrire il proprio contributo.
Comunità Resilienti, catalogo del Padiglione Italia alla Biennale Architettura 2021, vuole essere proprio questo: una riflessione sulla questione del cambiamento climatico, che si stima essere tra le principali cause di emigrazione su scala globale e di malattie nei prossimi trent’anni. Comunità Resilienti si impegna a ricercare quelle che potrebbero essere le strategie e risorse da mettere in atto per affrontare la più grande sfida del nostro tempo.
Il cambiamento climatico sta mettendo a dura prova il sistema agricolo e alimentare di pregio, che è all’origine di quel modello urbano italiano che ha riscosso così grande successo nel mondo. Eppure, sono proprio l’architettura e l’urbanistica degli ultimi ottant’anni ad essere la prima causa di emissioni di CO2, le quali sono tra le origini dell’aumento della frequenza e della violenza di fenomeni climatici estremi. Questa analisi mostra chiaramente la centralità dell’architettura in questo processo: il mondo dell’architettura ha la responsabilità di offrire il proprio contributo.
Comunità Resilienti – Resilient Communities, catalogo del Padiglione Italia alla Biennale Architettura 2021, vuole essere proprio questo: una riflessione sulla questione del cambiamento climatico, che si stima essere tra le principali cause di emigrazione su scala globale e di malattie nei prossimi trent’anni. Comunità Resilienti – Resilient Communities si impegna a ricercare quelle che potrebbero essere le strategie e risorse da mettere in atto per affrontare la più grande sfida del nostro tempo.
“Secondo nome: Huntington” è un progetto in cui designers, biologi e fablabs hanno riflettuto insieme sull’Huntington, una malattia che, come “un secondo nome”, il destino attribuisce alla persona.Sfogliando il libro si entra in questo mondo spesso ignorato da una società votata alla bellezza e al profitto, che preferisce non confrontarsi con le sue “debolezze”: il design si fa strumento per scardinare preconcetti, per regalare letture inaspettate, per innovare a partire dal “minuto”, che non è mai “minore”.I progetti – che esplorano la dimensione affettiva, simbolica e funzionale dell’abitare – riflettono sulle necessità della malattia, ma anche su gesti, emozioni, delusioni, paure e speranze universali. Perché parliamo di Huntington, ma raccontiamo sempre di noi.
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