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Ma che progresso del diavolo. Le relazioni pericolose tra ideologia della sinistra esoterismo e massoneria

Articolo apparso sul quotidiano La verità a firma di Francesco Borgonovo

Ma che progresso del diavolo. Le relazioni pericolose tra ideologia della sinistra esoterismo e massoneria

 

Tra i tanti attivisti americani che inveiscono via social network contro la polizia razzista e il regime dittatoriale trumpiano c’è anche una signora dalla pelle diafana e i lunghi capelli scuri chiamata Jex Blackrnore. Costei è un’artista contemporanea le cui performance sono state celebrate da numerose riviste e quotidiani americani, ovviamente è una femminista impegnata ma, soprattutto, è la portavoce del Satanic Tempie. Insomma, è un’anarchica e una satanista, e ha dettagliato il suo pensiero in numerosi articoli. In uno scritto pubblicato sulla rivista femminista Bitch ha elencato le sue priori.: «Mettiamo in discussione l’autorità dello Stato in quanto si è dimostrato violento, razzista, sessista e classista, e accettiamo il satanismo alle nostre condizioni conte catalizzatore per il cambiamento politico e sociale». Nello stesso articolo, la Blackmore svela però che pure tra i satanisti statunitensi non mancaco le tensioni. A suo dire, infatti, le principali organizzazioni devote al Maligno sono sempre state troppo maschiliste: «Nonostante la mitologia della donna come primo alleato di Satana, queste organizzazioni erano quasi esclusivamente maschili». Secondo la bellicosa Jex, dunque, urge una riorganizzazione che tenga conto del gender gap: quote rosa fra gli adoratoti di Satana.

Leggendo le intemerate della Blackmore e quelle di vari altri «antagonisti-satanisti» americani non è facile trattenere un sorriso. Molte volte sembrano adolescenti troppo suggestionati dal black metal e da una particolare iconografia degli anni Novanta. Tuttavia, scavando più in profondità, si scopre che i legami fra quello che comunemente si chiama satanismo – o più genericamente occultismo o esoterismo – e i movimenti anarchici e rivoluzionari non sono poi cosi pochi. Anzi, a dire il vero sono tantissimi, nonostante sull’argomento la letteratura non sia poi così vasta.

Da sempre, in Italia ma non solo, si tende ad associare l’esoterismo alla destra, in particolare quella tradizionalista, per via del suo carattere di «irrazionalità», che mal si concilierebbe con il razionalismo (e addirittura il socialismo scientifico) tipico della sinistra. Eppure le cose stanno in maniera diversa. «Premetto che per me l’espressione “esoterismo” non ha nessun significato negativo, al contrario», ci dice Massimo Introvigne, grande studioso di movimenti religiosi e sette. «Gli studi accademici hanno ormai riconosciuto l’esoterismo occidentale come una delle grandi tradizioni di pensiero europee, facendo giustizia di secoli di critiche prima protestanti (per cui l’esoterismo sarebbe il residuo pagano presente nel cattolicesimo), poi illuministe (esoterismo come irrazionalismo) e quindi marxiste (esoterismo come fenomeno “di destra”). Oggi l’enti-esoterismo, diffuso anche in certi ambienti cattolici, appare anacronistico quando non semplicemente sciocco».

Secondo Introvigne, «proprio rispondendo alla critica marxista gli studiosi hanno notato che, se esiste certamente un esoterismo ‘dì destra, che va per esempio de Julius Evola ai contemporanei Aleksandr Dugin e Steve Bannon, ne esiste anche uno “di sinistra’ che ha le sue origini almeno nelle commistioni fra esoterismo e socialismo utopistico in Francia, quindi in Italia con figure come Mazzini e Garibaldi. Le più grande organizzazione esoterica moderna, la Società Teosofica, ha certamente avuto membri “di destra” (per esempio il pittore Fidus, che poi aderì al nazismo) ma altri, più numerosi, che di destra non erano, da Gandhi all’altro pittore Mondrian e da noi Giovanni Amendola e Maria Montessori. In realtà etichettare l’esoterismo come “di destra” o “di sinistra” fa torto alla sua storie estremamente complessa e variegata».

Certo: attribuire una collocazione politica all’esoterismo sarebbe sbagliato e forse anche un po’ ridicolo. Ma è un fatto che, de qualche tempo, alcuni studiosi stiano dedicando molta attenzione al lato occulto di quella che, per comodità, chiameremo «sinistra». In Italia è stato da poco pubblicato un volume di Erica Lagalisse, ricercatrice delle London School of Economics, intitolato Anarcoccultismo. Dissertazione sulle cospirazioni dei re e sulle cospirazioni dei popoli (D Editore) che stabilisce una connessione fortissima fra le associazioni segrete e i movimenti anarchici. Di più: secondo la Lagalisse esiste un filo rosso che va dei movimenti ereticali medievali fino all’anarchismo moderno. «Il passaggio dai movimenti millenaristi spontanei a quelli eretici organizzati e, successivamente, all’Internazionale proletaria vera e propria è il frutto della disseminazione di idee provenienti da diverse dottrine mistiche che iniziarono a circolare in Europa durante le crociate», scrive la ricercatrice. La quale si spinge a dire che la filosofia ermetica è stata fondamentale per la nascita della politica di sinistra come le conosciamo oggi.
Le dottrine ermetiche conquistarono le Penisola nel Rinascimento, con la traduzione del Corpus Hermeticum, e influenzarono una marea di pensatori, tra cui Giordano Bruno, trasformato in icona della sinistra da un film dì Giuliano Montaldo con Gianmaria Volonté del 1973.

La diffusione del panteismo, la deificazione dell’ordine materiale (e dell’essere umano, di conseguenza) furono fondamentali, secondo la Lagalisse, per lo sviluppo dei primi «movimenti antisistema», capaci di contrastare l’ordine gerarchico e verticale imposto dalla Chiesa. Seguendo questo sentiero segreto, dal Rinascimento si entra nella modernità e si assiste alla nascita delle varie associazioni segrete. La Massoneria, sostiene la studiosa dell’anarchismo, fu tra le prime organizzazioni a considerare la «questione dei lavoratori». Nella Francia pre-rivoluzionaria, le logge iniziarono ad ammettere piccoli artigiani e perfino proletari: si stava costruendo un nuovo ordine sociale, basato sull’egalitarismo.

«Le confraternite rivoluzionarie che proliferarono all’alba del XIX secolo», scrive la Lagalisse, «crearono un immaginario che fu fondamentale per il rivoluzionarismo moderno». Tre i primi grandi egalitari, le ricercatrice posiziona il filosofo tedesco Adarn Weishaupt, fondatore nel 1776 dell’Ordine degli Illuminati, il cui programma politico prevedeva la distruzione dello Stato, delle chiese e delle proprietà privata. Nel 1809 ci fu Philippe Buonerroti (1761-1837) fondatore della Società dei sublimi maestri perfetti, autore di un libro su Bebeuf, che fu letto da Karl Marx.

In realtà, tutti costoro crearono società segrete e dunque elitarie, non certo democratiche. Ma è soprattutto la «cospirazione rivoluzionaria» che interessa egli anarchici odierni. Se vero che ai tempi di Proudhon, altro precursore della sinistra antisistema, le logge massoniche britanniche si aprivano anche ai proletari, è vero anche che gli elementi «popolari» servivano soprattutto a sostenere gli scopi sovversivi delle organizzazioni occulte.

Michail Bakunin (1814-1876), il grande padre dell’anarchismo, fu un massone di trentaduesimo grado e fondò a Firenze le Fratellanza internazionale, nel 1864. Nello stesso periodo si costituì la Prima Internazionale, cioè la International Workingmen’s Association, che alla Free Masons Tavern, a Londra, ospitò anche Merx. Del resto, molti fra i presenti erano massoni delle logge memfite.

Il collegamento tra anarchismo, movimenti dei lavoratori e massoneria, in ogni caso, è stabilito a livello simbolico. Negli anni Sessanta dell’Ottocento si diffonde la A cerchiata anarchica, chiaramente composta de bussola, riga e compasso massonici. La Stella rossa, anche oggi visibile sulle t-shirt dei militanti antagonisti, deriva dalla tradizione ermetica e pitagorica, oltre a richiamare il pentacolo pagano. Nel XVIII secolo, i massoni le usavano per indicare un affiliato di secondo grado, il «compagno». Anche la celebrazione del Primo omaggio ha origini pagane. Proprio in quel giorno, infatti, cade la Notte di Valpurga durante il quale si tenne un gigantesco sabba evocato da Goethe nel Faust.

A proposito di richiami alla stregoneria, è nel 1862 che Jules Michelet completa La strega, il libro su cui sostanzialmente si basa tutto il revival stregonesco contemporaneo, che presenta le adoratrici del demonio come donne libere e ribelli, perseguitate de una cultura patriarcale.

Dopo tutto, era stato lo stesso Bakunin (in Dio e lo Stato) a descrivere Satana corna «l’eterno rivoltoso, il primo libero pensatore ed emancipatore dei mondi. Egli», scriveva l’anarchico, «fa vergognare l’uomo della sua ignoranza e della sua bestiale obbedienza, lo emancipa, imprime sulla sua fronte il marchio della libertà e della umanità, spingendolo a disubbidire e a mangiare il frutto della scienza». Sul «femminismo satanico» (laddove Satana è più una figura letteraria e simbolica che il Maligno da adorare), ha scritto pagine importanti Per Faxneld, serissimo studioso pubblicato dalla Oxford University Press.

In Italia Luciano Parinetto (1934-2001), docente di Filosofia morale all’Università statale di Milano, è stato il grande teorico di una sorta di marxismo satanico. In libri come Alchimia e utopia, Corpo e rivoluzione in Marx e Faust e Marx (tutti pubblicati da Mimesis) già dalla fine degli anni Settanta ha proposto un recupero «a sinistra» della tradizione alchemica, ha glorificato la stregoneria in opposizione al capitalismo e di fatto ha anticipato le teorie sulla fluidità di genere che oggi vanno per la maggiore. A differenza di un Mario Mieli che affogava tra suggestioni egizie e coprofagia, Parinetto aveva una conoscenza approfondita dei temi che trattava, tanto da guadagnarsi la stima di Giorgio Galli, massimo esperto italiano di magia in campo politico. Quel che il filosofo milanese teorizzava nel ’77 al fine di costruire una sinistra marxista libertaria e rivoluzionaria, oggi è sostenuto alla luce del sole dalla cultura mainstream. E questo fa sorgere un dubbio: forse le «cospirazioni dei re» hanno davvero molto in comune con quelle dei movimenti rivoluzionari progressisti. Anzi, forse i movimenti progressisti e anarchici, alla lunga, sono diventati funzionali alle «cospirazioni elitarie», che tutta fanno tranne che «liberare» i popoli.