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Che cos’è Abitare Circolare?

Che cos’è Abitare Circolare?

Abitare Circolare è un progetto di ampio respiro promosso dall’ass. Esperimenti Architettonici che ha l’obiettivo di attivare un confronto sul tema degli scarti e dei rifiuti in relazione alle condizioni dell’abitare nel XXI secolo, con un focus sul territorio della Regione Puglia. Il progetto fa parte di #InAgenda, un programma che comprende una serie di appuntamenti attraverso cui l’associazione intende porre l’attenzione su alcuni tra i temi più urgenti presenti nell’agenda urbana delle città e sollecitare, in particolare, l’attenzione di professionisti e i decisori politici. Questo volume contiene le tracce di un percorso avviato nel 2021 che ha visto organizzare quattro attività: un convegno, un webinar, un workshop e una Open Call.

Il convegno è stato ospitato nell’ambito del programma di eventi del Padiglione Italia “Comunità Resilienti” alla 17. Mostra Internazionale di Architettura Biennale di Venezia. Il webinar, il workshop – tenutosi a Monopoli (BA) – e la Open Call sono stati promossi in occasione della 13. Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR) dedicata al tema “Comunità Circolari”. Attraverso la Open Call si è inteso ampliare ulteriormente la portata del progetto e l’eterogeneità dei punti di vista, raccogliendo e selezionando progetti/processi/pratiche da inserire nel volume.

Abitare Circolare raccoglie contributi e riflessioni da esperti internazionali afferenti a diversi ambiti disciplinari per attivare un confronto sul tema degli scarti e dei rifiuti in relazione alle condizioni dell’abitare contemporaneo. Il confronto internazionale e multidisciplinare costituisce un importante momento di approfondimento da inquadrarsi negli sviluppi delle agende delle politiche, dal Next Generation EU al Green Deal, fino ai diciassette obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (Agenda2030) e del New European Bauhaus (NEB).

In un mondo sempre più urbanizzato, le proiezioni affermano che nel 2050 ci saranno circa 10 miliardi di abitanti, di cui l’80% vivranno in città.
L’entità assunta dai rifiuti non è più una presenza invisibile e oscurata, ma piuttosto una realtà sempre più evidente ed impattante. Le prospettive di inurbamento, le dinamiche del consumismo capitalistico e le difficoltà nel gestire i rifiuti in modo efficace e sicuro mettono in crisi i rapporti tra agglomerati urbani ed ecosistemi ambientali. In che modo le discipline del progetto possono offrire risposte multiscalari? Quali sono le strategie e i modelli virtuosi attualmente in atto?

In una fase strategica come quella attuale, in cui è di fondamentale importanza consolidare i modelli dell’economia circolare rigenerativa, il presente volume intende e definire un framework innovativo, sia concettuale sia operativo, che proponga una prospettiva sui rifiuti basata su un approccio relazionale e sul modello dei beni comuni. Il libro esprime la consapevolezza di assumere i rifiuti come parte del patrimonio culturale e naturale e quindi di un sistema complesso utile a promuovere lo sviluppo sostenibile delle città e dei territori; tale sistema necessita, oggi più che mai, di essere studiato e affrontato in modo integrato, multidisciplinare e sistematico.

Attraverso la pubblicazione si intende sottolineare il ruolo chiave degli scarti nelle pratiche di city-making per il XXI secolo e costruire un dibattito sulla crisi dei rifiuti e sull’abitare nella città contemporanea. Le riflessioni qui proposte attraversano varie scale e intersecano discipline diverse come l’ecologia, l’architettura, l’urbanistica, l’archeologia e le pratiche civiche.

Grazie ai contributi e ai casi di studio selezionati, il volume attraversa e racconta varie condizioni spaziali con una logica trans-scalare, come i paesaggi degli scarti, come le discariche, gli insediamenti temporanei e, le aree urbane periferiche fin dentro i quartieri dei centri urbani. A tali condizioni spaziali si legano in alcuni casi modelli innovativi di gestione, strategie di resilienza e di circolarità e processi di coinvolgimento delle comunità.

Il volume è organizzato in cinque sezioni. Le prime quattro presentano gli scritti di coppie di autori a confronto che da specifiche angolazioni propongono punti di vista sui temi del volume. Si tratta di confronti a distanza. L’ultima sezione apre un dibattito corale e polifonico, fatto di riflessioni e progetti che testimoniano alcune delle possibili risposte a problematiche così complesse.

 

Abitare i paesaggi del Wasteocene

Ha un connotato teorico e mira ad approfondire la crisi dei rifiuti come una questione irrisolta di giustizia ambientale in un’economia che aspira ad una crescita illimitata e, allo stesso tempo, come fattore che ha impattato drasticamente sulle qualità della vita nelle città nel corso del XX secolo. Questa parte vede confrontarsi Alessandro Melis e Marco Armiero che si concentrano sul rapporto che i progettisti e, più in generale, la società ha oggi con lo scarto. Melis sviluppa una riflessione che collega l’architettura alla biologia evoluzionistica per scardinare un approccio deterministico al progetto; d’altro canto, nell’ambito di un’intervista, Armiero, da storico dell’ambiente, propone una narrativa alternativa all’Antropocene attraverso il neologismo Wasteocene (era degli scarti) con cui prova a spostare il discorso dallo scarto-come-oggetto allo scartare inteso come insieme di relazioni socio-ecologiche che producono comunità umane e non umane di scarto (wasting relationships) a cui contrapporre come antidoto nuove pratiche basate sui beni comuni.

 

Circolarità e resilienza negli insediamenti temporanei

Apre un focus sulle condizioni spaziali degli insediamenti temporanei e degli accampamenti per rifugiati, entrambi realizzati in condizioni ambientali estreme in aree geografiche diverse. Ciò consente di approfondire aspetti comuni derivanti da progetti di ricerca recenti, che presentano interessanti aspetti peculiari, come metodi archeologici, approcci etnografici e, un approccio olistico alla pianificazione in situazioni temporanee. È proposto un confronto tra il caso della Black Rock City, la città temporanea che ogni hanno viene costruita e smontata nel deserto del Nevada per ospitare il noto festival The Burning Man (USA), di cui Carolyn White presenta la storia ed esplicita il ruolo che i rifiuti rivestono per la comunità, e dall’altro lato Dana Hamdan presenta il caso del campo rifugiati Al Wehdat (Amman) di cui Dana Hamdan considera gli indicatori e le opportunità che lo avvicinano al modello di insediamento circolare.

 

Scarti come beni comuni: strategie per comunità resilienti

Il confronto tra Saverio Massaro e Curt Gambetta mette in evidenza una serie di elementi utili a delineare possibili strategie per stabilire nuovi legami tra società e scarti, e allo stesso tempo presentare approfondimenti su alcuni aspetti utili per i progettisti contemporanei. Il primo contributo si sviluppa a partire da tre assunti fondamentali per questo volume: i rifiuti sono informazioni, la gestione degli scarti non come risorse ma come beni comuni e la necessità di un nuovo patto tra scarti e città. Il secondo contributo si concentra sull’architettura degli impianti di gestione dei rifiuti, proponendo un punto di vista critico e una serie di domande aperte.

 

La piramide ribaltata: verso un nuovo patto tra scarti e città

Presenta due approcci strategici differenti e complementari attraverso due esperienze sul campo: da un lato l’architetto madrileno Israel Alba, impegnato da anni nel processo di trasformazione dell’ex discarica di Valdemingomez a Madrid in un nuovo parco pubblico metropolitano, e dall’altro lato l’esperienza di Atelier d’Architecture Autogeree con l’attuazione della strategia R-Urban nelle periferie di Parigi connotata da una forte componente attivista e politica.

 

Comunità circolari: approfondimenti, sperimentazioni e casi di studio

Raccoglie ulteriori riflessioni con un maggiore grado di approfondimento tecnico e chiude il volume con una serie di casi di studio attraverso schede illustrative, selezionate tramite la Open Call promossa dall’ass. Esperimenti Architettonici. Tra gli approfondimenti proposti vi è una scheda dedicata all’impianto di smaltimento rifiuti di Peccioli in Toscana.

D Editore è nata nel 2016 con l'obiettivo di pubblicare libri che altri non oserebbero: dal pensiero anarchico al transfemminismo, dall’antirazzismo alla cultura punk, il nostro catalogo è un’ode alla disobbedienza, una celebrazione delle voci che rifiutano il silenzio.
Nel 2020 abbiamo fondato la rivista D Zine e aperto lo spazio Zona D.

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