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Biomateriali DIY/Biomaterials DIY

Biomateriali DIY
Biomaterials DIY

SEZIONE 1 – INFORMAZIONI GENERALI

Link o sito web: www.seleniamarinelli.com

Keywords: Progetto, biotecnologie, bio-fabbricazione, Do-it-yourself, attivismo.

Capofila/leader o soggetto attuatore: Selenia Marinelli, PhD.

Luogo di realizzazione: Roma.

Il progetto/la pratica è stato/a completato/a? La pratica in corso.

Progetti avviati ma non completati: Data di inizio: luglio 2020. La pratica non prevede una fine, piuttosto una continua implementazione e ottimizzazione, grazie alle attività di mentoring e alla diffusione di ricette open source che puntano ad aprirla al contributo di altri ricercatori e ricercatrici.

Finanziamenti: La ricerca è autofinanziata.

Goal Agenda 2030: La pratica si muove principalmente nella direzione dei seguenti SDGs: 3) Salute e benessere; 5) Parità di genere; 11) Città e comunità sostenibili; 12) Consumo e produzione responsabili; 13) Lotta contro il cambiamento climatico; 15) Vita sulla Terra.

SECTION 1 – GENERAL INFORMATIONS

Website: www.seleniamarinelli.com

Keywords: Project, biotechnology, biofabrication, Do-it-yourself, activism.

Leader: Selenia Marinelli, PhD.

Place of realisation: Rome.

Has the project been completed? The practice is in progress.

Period of realisation: Start date: July 2020. The practice does not foresee an end, rather a continuous implementation and optimization, thanks to mentoring activities and the dissemination of open source recipes with the purpose to collect contributions from other researchers.

Funding: The research is self-financed.

Goal Agenda 2030: The practice is primarily moving in the direction of the following SDGs: 3) Health and well-being; 5) Gender Equality; 11) Sustainable Cities and Communities; 12) Responsible Consumption and Production; 13) Fight against climate change: 15) Life on Earth.

Fig. 1. Biomateriali.
Fig. 1. Biomaterials.

SEZIONE 2 – DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO

Contesto: La pratica si pone in linea con il tema centrale della mia ricerca di dottorato “Hyper Natura. La bio-informazione e le biotecnologie come nuove strategie di progetto”, che ha indagato le implicazioni del paradigma biotecnologico nella progettazione. Obiettivo di tale ricerca è l’espansione del concetto di abitare, attraverso un approccio postumanista e neomaterialista radicale: i biomateriali, come alternativa ai materiali da costruzione tradizionali, possono svolgere un ruolo chiave per ridefinire l’architettura in quanto possibile luogo di contaminazione e co-abitazione tra umano e non-umano

Descrizione: A partire da questa premessa teorica, la sperimentazione è basata sulla realizzazione e trasmissione dei processi di bio-fabbricazione, che prevedono la creazione DIY di biomateriali. Per raggiungere questi risultati, vengono testate diverse concentrazioni delle componenti di base impiegate (solvente, biopolimero, plasticizzante, additivo), tutte di origine bio-based e pertanto rispondenti ai requisiti di sostenibilità. Attraverso l’impiego di scarti organici, funghi, alghe, batteri, muffe (generalmente considerati agenti tossici e infestanti), si spinge inoltre verso l’ipotesi di un loro coinvolgimento all’interno della materia costruita.

Obiettivo generale: L’obiettivo è sperimentare un’estetica innovativa, che incorpori gli aspetti più dark legati all’ecologia, quali possono essere i microrganismi o gli scarti, per promuovere un attivismo materiale attraverso un approccio transdisciplinare. Avvalendosi di una pratica che mira a supportare la dimensione esplorativa e creativa della progettazione, a partire dalla customizzazione dei materiali impiegati per raggiungere diverse performance, l’accento è sul ruolo attivista che possiamo avere come promotori di cambiamento sistemico, contribuendo a migliorare l’impatto ambientale del nostro settore.

Strategie, strumenti, attività: Due sono le attività principali su cui si basa la pratica, collegate alle relative strategie da adottare per la loro realizzazione:

  • Sperimentazione e disseminazione: oltre all’attività di sperimentazione personale, la pratica spinge sulla dimensione di comunicazione dei risultati, per assicurarne la replicabilità ed implementazione e stimolare collaborazioni e contaminazioni con l’ecosistema di ricercatori e ricercatrici che aderiscono alla stessa pratica.
  • Formazione: nelle attività di mentoring rivolte ai diversi beneficiari, vengono illustrati i processi di bio-fabbricazione, con l’obiettivo di lasciare uno strumento operativo che consenta di socializzare con i materiali, le tecnologie e le loro implicazioni sull’ecosistema.

Avvalendosi di un approccio dal basso, che vede l’impiego di scarti, ricette open source e strumenti low tech, le attività sono strutturate in una dimensione pratica di democratizzazione dei processi e inclusività.

Target: Tra i beneficiari ci sono stati studenti, principalmente delle facoltà di design e di architettura, ma anche fashion designers, artisti o professionisti, che hanno manifestato interesse e curiosità verso la sperimentazione di biomateriali nei loro percorsi formativi e professionali/artistici, richiedendo supporto nella prototipazione di nuove soluzioni da implementare. L’avvicinarsi a un atteggiamento attivista nei confronti della materia ha inoltre stimolato una riflessione su tutto il ciclo di vita di ciò che produciamo e sugli impatti al livello territoriale delle nostre azioni, spingendo verso una maggior sensibilizzazione e consapevolezza su questi temi.

Stakeholders: La pratica è stata condotta in autonomia, ma si è potuta avvalere del supporto di:

  • Chirale s.r.l. e Lazio Innova S.p.a. per quanto riguarda gli strumenti e l’utilizzo degli spazi che l’hanno ospitata nelle sue fasi di consolidamento e di erogazione delle attività di tutoraggio;
  • Biennale di Venezia 2021 per la co-organizzazione di un seminario in diretta streaming in 5 episodi, che ha portato questi temi ad un pubblico più ampio;
  • Diverse università, in particolare il Politenico di Milano, con il quale è da alcuni mesi in corso una collaborazione come lecturer invitata per speech o come mentor in corsi di architettura che affrontano questi temi.

Elementi di innovatività: Per quanto possa sembrare controintuitivo pensare a materiali per l’architettura di origine bio-based, molte sperimentazioni contemporanee hanno testimoniato la possibilità di stabilizzare questi materiali per una loro implementazione nel settore delle costruzioni in alternativa ai materiali tradizionali, molto più inquinanti. La pratica, in particolare, vuole promuovere un’architettura bio-informata, non più intesa come oggetto inerte, ma come assemblaggio organico e inorganico, in grado di innescare processi metabolici e radicarsi rispetto al contesto con il quale si relaziona.

SECTION 2 – DESCRIPTION OF THE INTERVENTION

Context: The practice aligns with the central theme of my doctoral research “Hyper Nature. Bio-information and biotechnology as new design strategies”, which investigated the implications of the biotechnological paradigm in design. The aim of this research is the expansion of the concept of living, through a radical post-humanist and neo-materialist approach: biomaterials, as an alternative to traditional building materials, can play a key role in redefining the architecture as a possible place of contamination and co-habitation between human and non-human.

Description: Starting from this theoretical precondition, the experimentation is based on the realisation and transmission of bio-fabrication processes, which involve the DIY creation of biomaterials. To achieve these results, different concentrations of the basic components used are tested (solvent, biopolymer, plasticizer, additive), all of bio-based origin and therefore in conformity with the requirements of sustainability. Through the use of organic waste, mushrooms, algae, bacteria, moulds (generally considered toxic agents and pests), it also pushes towards the hypothesis of their involvement in the built material.

General goal: The objective is to experiment with an innovative aesthetic, which incorporates the darkest aspects related to ecology, such as microorganisms or waste, to promote material activism through a transdisciplinary approach. Using a practice that aims to support the exploratory and creative dimension of design, starting from the customization of materials used to achieve different performances, the emphasis is on the active role we can play as promoters of systemic change, contributing to improving the environmental impact of our industry.

Strategies, tools, activities: There are two main activities on which the practice is based, linked to the relative strategies to be adopted for their realisation:

  • – Experimentation and dissemination: in addition to the activity of personal experimentation, the practice pushes on the dimension of communication of results, to ensure replicability and implementation and stimulate collaborations and contamination with the ecosystem of researchers who adhere to the same practice.
  • – Training: in the mentoring activities addressed to the different beneficiaries, the bio-fabrication processes are illustrated, with the aim of leaving an operational tool that allows to socialise with materials, technologies and their implications on the ecosystem.

Using a bottom-up approach, which sees the use of waste, open source recipes and low-tech tools, the activities are structured in a practical dimension of democratisation of processes and inclusiveness.

Target audience: Among the beneficiaries there were students, mainly from the faculty of design and architecture, but also fashion designers, artists or professionals, who expressed interest and curiosity towards the experimentation of biomaterials in their educational and professional/artistic paths, requesting support in the prototyping of new solutions to be implemented. The approach to an activist attitude towards the matter has also stimulated a reflection on the entire life cycle of what we produce and the impacts of our actions at the territorial level, pushing towards a greater awareness and consciousness on these topics.

Stakeholders: The practice was conducted independently, but was able to take advantage on the support of:

  • Chirale s.r.l. and Lazio Innova S.p.a. regarding the tools and the use of the spaces that hosted it in its phases of consolidation and emanation of tutoring activities;
  • Venice Biennale 2021 for the co-organization of a live streaming seminar in 5 episodes, which brought these issues to a wider audience;
  • Several universities, in particular the Politenico of Milan, with which a collaboration has been ongoing for several months as an invited lecturer for speeches or as a mentor in architecture courses that address these topics.

Innovative elements: Although it may seem counterintuitive to think of materials for bio-based architecture, many contemporary experiments have shown the possibility of stabilising these materials for their implementation in the construction industry as an alternative to traditional materials, much more polluting. The practice, in particular, wants to promote a bio-informed architecture, no longer intended as an inert object, but as an organic and inorganic assemblage, able to trigger metabolic processes and take root with respect to the context with which it relates.

Fig. 2. Biomateriali.
Fig. 2. Biomaterials.

SEZIONE 3 – PROCESSO

Come è stato attivato il processo? La pratica è stata attivata con un processo bottom-up: partendo da una base di conoscenze teoriche sull’argomento, maturate durante la ricerca di dottorato, si è proceduto verso la sperimentazione hands-on consultando diversi database e materioteche open source, che aderiscono alla filosofia della sperimentazione condivisa dei FabLab. Ciò ha consentito di acquisire gli strumenti e le conoscenze necessarie all’attivazione della pratica di bio-fabbricazione, per poi consolidare il know-how e rendersi a propria volta promotrice della pratica stessa e divulgatrice attraverso attività di mentoring.

Ricadute positive: La pratica si propone di rispondere ai bisogni relativi all’implementazione di nuove strategie di sostenibilità nei consumi, nella produzione e negli stili di vita e vuole attivare processi di sensibilizzazione e aumento della consapevolezza verso i temi della sostenibilità legati al settore delle costruzioni, sia tra i professionisti che nel grande pubblico. Le comunità possono infatti svolgere un ruolo attivo nella co-costruzione di nuove forme di adattamento al cambiamento climatico, a partire da una riflessione sui materiali che “in-formano” i luoghi dell’abitare.

Criticità e lezioni apprese: La principale criticità affrontata è stata relativamente al processo in sé ed al ruolo di “controllo” che, come progettisti, siamo abituati ad avere: sperimentare empiricamente diverse composizioni materiche, lavorare con materiale biologico e ottimizzare il processo per raggiungere il risultato desiderato, porta ad una continua messa in discussione del proprio operato. Certamente l’intuizione, l’implementazione di soluzioni creative e la proattività sono aspetti fondamentali per il raggiungimento dell’obiettivo di sperimentazione, ammettendo anche l’imprevisto o l’errore come risultati da cui (ri)partire in  un’ottica di circolarità.

SECTION 3 – PROCESS

How was the process activated? The practice was activated with a bottom-up process: starting from a base of theoretical knowledge on the subject, gained during doctoral research, we proceeded towards hands-on experimentation by consulting different databases and open source material libraries, which adhere to the philosophy of shared experimentation of FabLabs. Such a process allowed us to acquire the tools and knowledge necessary to activate the practice of bio-fabrication, and then consolidate the know-how and become in turn promoter of the practice itself and disseminator through mentoring activities.

Positive effetcts: The practice aims to meet the needs related to the implementation of new strategies for sustainability in consumption, production and lifestyles and wants to raise and increase awareness of sustainability issues related to the construction sector, both among professionals and the general public. Communities can, in fact, play an active role in the co-construction of new forms of adaptation to climate change, starting from a reflection on the materials that “in-form” the places of living.

Critical issues and lessons learned: The main criticality faced was related to the process itself and to the role of “control” that, as designers, we are accustomed to have: empirical experimentations with different material compositions, working with biological material and optimising the process in order to achieve the desired result, leads to a continuous questioning of one’s work. Certainly, intuition, implementation of creative solutions and proactivity are fundamental aspects for experimentation, accepting also the unexpected or errors as results from which (re)start in a perspective of circularity.

Fig. 3. Biomateriali.
Fig. 3. Biomaterials.

SEZIONE 4 – REFERENTE E CONTATTI

Nome e cognome del referente: Selenia Marinelli.

Organizzazione: Ricercatrice indipendente.

Indirizzo: Roma.

Sito web: seleniamarinelli.com

Indirizzo email del referente: selenia.marinelli@gmail.com.

SECTION 4 – REFERENT AND CONTACTS

Name and surname of contact person: Selenia Marinelli.

Organisation: Indipendent researcher.

Address: Roma.

Website: seleniamarinelli.com

Email address of contact person: selenia.marinelli@gmail.com.

Fig. 4. Biomateriali.
Fig. 4. Biomaterials.

Puoi recuperare il volume Abitare Circolare cliccando sull’immagine qui in basso: