Cosa hanno fatto i democratici per non vincere?
di CrimethInc
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Donald Trump ha vinto le elezioni presidenziali del 2024. Ciò significa che dovremo combattere di nuovo molte delle battaglie che abbiamo già intrapreso tra il 2017 e il 2020. Ma prima, per capire la portata di ciò che stiamo affrontando, dobbiamo analizzare in che modo siamo giunti alla situazione attuale.
La patata bollente è in altre mani
Da tempo sosteniamo che nel XXI secolo il potere statale sia una patata bollente. Essendo che la globalizzazione e il neoliberismo hanno reso difficile, per le strutture statali, mitigare l’impatto del capitalismo sulla gente comune, nessun partito è in grado di mantenere il potere statale a lungo senza perdere credibilità. Negli ultimi mesi, infatti, sconfitte clamorose hanno minato i partiti al potere in Francia, Austria, Regno Unito e Giappone.
Nelle elezioni del 2024, sia Kamala Harris che Donald Trump erano già compromessi con il potere statale. Ma era Harris quella associata all’amministrazione in carica. Questo è uno dei motivi per cui ha perso. Decine di milioni di elettori hanno votato Trump sostenendo convintamente il suo programma, certo. Ma moltissimi altri elettori che lo hanno portato alla vittoria stavano semplicemente esprimendo un voto di protesta.
I Democratici hanno fatto tutto il possibile per associarsi all’ordine dominante: dal loro ulteriore slittamento a destra, al respingere il sostegno dei membri più “radicali” del partito, sino alla criminalizzazione dei movimenti dal basso e di protesta. Questa era una scommessa persa in partenza, soprattutto se consideriamo che si tratta di un momento storico in cui le persone vogliono un cambiamento.
Ma quale sarà la reazione di quella parte del paese che non ci sta a questo appiattimento ideologico? Se i vertici del Partito Democratico decideranno di accettare di essere dei semplici giullari del fascismo, il futuro potrebbe essere davvero cupo. D’altra parte, se metà del Paese resisterà al programma di Trump, una parte della leadership democratica non potrà far finta di nulla, e dovrà per forza rappresentare quella parte della popolazione, come già successo nel 2017.
Cosa succederà in seguito, lo dirà la piazza.
Il partito della complicità
I repubblicani sono diventati un partito fascista. Prima di queste elezioni, i Democratici si sono affermati come il partito della complicità al fascismo.
A che serve definire Donald Trump come un fascista, se poi non si fa altro che spingere le persone a votarlo? Se davvero Trump intende introdurre il fascismo negli Stati Uniti – se, come ha esplicitamente promesso, caccerà milioni di persone (“la più grande operazione di deportazione interna della storia americana”), se manderà l’esercito nelle strade per reprimere le proteste e se davvero userà il sistema giudiziario per colpire chiunque si opponga a lui – se tutto questo è vero, allora limitarsi a una mera opposizione elettorale significa accogliere il fascismo a braccia aperte.
Quando il fascismo è in arrivo, la cosa giusta da fare è organizzare reti sotterranee di resistenza, come fecero i partigiani antifascisti italiani e francesi negli anni Venti e Trenta. La cosa giusta da fare è prepararsi a resistere con ogni mezzo necessario. Qualsiasi altra scelta, che non si avvicini a quest’ultima, vuol dire essere complici di Trump.
Rafforzare le istituzioni attraverso le quali i fascisti attueranno le loro politiche è complicità; normalizzare la violenza contro le persone che i fascisti intendono colpire è complicità; consegnare le piattaforme di comunicazione attraverso le quali le persone condividono le informazioni è complicità; scoraggiare le persone a utilizzare le tattiche necessarie per combattere un regime fascista è complicità.
Negli ultimi quattro anni, i Democratici hanno fatto tutte queste cose.
La leadership del partito democratico è già disposta a coesistere con i fascisti, a farsi governare dai fascisti. Preferirebbero il fascismo ad altri quattro anni di proteste tumultuose. Avere un partito più autoritario al potere dà loro un alibi – li fa apparire una salvezza al confronto, anche se sono quelli che stanno portando la gente nelle strade e stanno spianando la strada a Trump per realizzare il suo programma.
La strada che porta al fascismo: perché i Democratici sono colpevoli di questa situazione
La polizia
I Democratici dell’era Biden-Harris hanno raddoppiato il loro sostegno alla polizia, proprio quando milioni di persone in tutti gli Stati Uniti si chiedevano se fosse giunto invece il momento di cercare un modo più efficace per affrontare la povertà e le crisi di salute mentale, piuttosto che continuare a convogliare massicce quantità di fondi pubblici verso la militarizzazione dei dipartimenti di polizia. Quando Trump tornerà in carica nel 2025, i dipartimenti di polizia del Paese che l’amministrazione Biden ha finanziato e glorificato saranno in prima linea nell’imporre l’agenda di Trump.
La svolta pro-polizia del Partito Democratico ha contribuito a far eleggere nel 2020 ex-poliziotti come il sindaco di New York Eric Adams. L’amministrazione di Adams è stata un disastro; attualmente è il primo sindaco di New York a dover affrontare accuse federali, tra cui corruzione, cospirazione e frode. Trump ha poi contattato Adams: tra corrotti, ci si intende. Questo è ciò che accade quando si mette il potere dello Stato direttamente nelle mani delle forze della repressione.
La legge
A partire dall’inizio della prima amministrazione Trump, i democratici hanno concentrato le loro critiche a quest’ultimo sull’idea che quanto stava facendo fosse illegale, utilizzando lo slogan “Nessuno è al di sopra della legge”.
Come abbiamo sostenuto nel 2018,
Se si sta cercando di gettare le basi per un potente movimento sociale contro il governo di Trump, “nessuno è al di sopra della legge” è una narrazione autolesionista. Che cosa succederà quando una legislatura scelta da gerrymander approverà nuove leggi? Cosa succederà quando i tribunali impilati con i giudici nominati da Trump si pronunceranno a suo favore? Cosa farete quando l’FBI reprimerà duramente le proteste?
Ora, con la Corte Suprema controllata dai candidati di Trump e con quest’ultimo che si prepara a riprendere il potere, avremo modo di conoscere le risposte a queste domande. Chiunque sia determinato a impedire a Trump di portare avanti il suo programma dovrà essere pronto a infrangere le leggi che la legislatura di Trump approverà e i giudici di Trump applicheranno.
Marciare sotto lo striscione “nessuno è al di sopra della legge” significa sputare in faccia a tutti coloro per i quali il funzionamento quotidiano della legge è un’esperienza di oppressione e ingiustizia. È rifiutare la solidarietà con i settori della società che potrebbero dare a un movimento sociale contro Trump una spinta nelle strade. Infine, significa legittimare lo stesso strumento di oppressione – la legge – che Trump finirà per usare per reprimere il movimento.
Come abbiamo avvertito lo scorso luglio, una vittoria di Trump significa che tutte le istituzioni su cui i centristi hanno contato per proteggersi – la politica elettorale, il sistema giudiziario, la polizia, l’inclinazione dei cittadini comuni a obbedire alla legge e a rispettare le autorità – sono ora armi nelle mani dei loro nemici. Questo vale soprattutto per la legge.
I Media
Quando i proprietari di Twitter lo vendettero a Elon Musk nel 2022, capirono che stavano mettendo il controllo della principale piattaforma di comunicazione politica del XXI secolo nelle mani di un megalomane di estrema destra. Una delle prime cose che Musk fece fu quella di bannare alcuni dei più noti account anarchici che avevano contribuito a mobilitare le persone durante la prima amministrazione Trump. Questo è stato un passo avanti nel processo di riduzione di Twitter a veicolo di propaganda di estrema destra.
Come abbiamo sostenuto all’epoca,
l’acquisizione di Twitter da parte di Musk non è solo il capriccio di un singolo plutocrate: è anche un passo verso la risoluzione di alcune contraddizioni all’interno della classe capitalista, al fine di stabilire un fronte unificato contro i lavoratori e tutti coloro che subiscono la violenza del sistema capitalista.
In effetti, il finanziamento di un gruppo di miliardari è stato uno dei fattori principali che ha permesso a Trump di vincere le elezioni del 2024. I miliardari sono stati in grado di spostare la loro fedeltà a Trump in parte perché, con le piattaforme di comunicazione e le proteste di piazza messe sotto controllo, non hanno dovuto temere che una seconda amministrazione Trump avrebbe creato un caos negativo per gli affari.
Questo ci porta al punto successivo.
Svuotare le strade
Lo sforzo dei Democratici di screditare e svuotare il movimento anti-polizia ha fatto direttamente il gioco dei loro avversari, preparando la strada a Trump per tornare al potere senza opporre resistenza.
Competendo con i Repubblicani per affermarsi come partito della legge e dell’ordine, i Democratici hanno permesso ai Repubblicani di portare il dibattito sulla “criminalità” così a destra che Trump e i suoi scagnozzi hanno potuto fare affidamento sulla retorica della criminalità anche se i crimini violenti sono diminuiti per anni. Questo contrasta drammaticamente con il modo in cui Donald Trump si è rifiutato di ridimensionare di un millimetro i suoi discorsi.
Allo stesso tempo, i Democratici hanno cercato di impedire ai nuovi movimenti di prendere slancio. Quando l’accesso all’aborto è stato limitato in tutto il Paese, ad esempio, i Democratici hanno fatto del loro meglio per impedire un’efficace mobilitazione popolare in risposta.
Ha giovato alle prospettive elettorali dei Democratici per il 2024 svuotare le strade? Torniamo al 2020 per avere una risposta.
All’epoca, in diversi articoli, i centristi espressero il timore che gli scontri di piazza del maggio e del giugno 2020 potessero favorire elettoralmente Donald Trump. Eppure, le iscrizioni degli elettori democratici nel giugno 2020 sono aumentate del 50%, mentre quelle dei repubblicani sono cresciute solo del 6% in quel mese. Coloro che hanno citato le proteste come fattore determinante per la scelta del voto nel 2020 hanno votato per Joe Biden con un margine del 7%.
In altre parole, la rivolta per George Floyd ha contribuito a far eleggere Biden.
E ricordate: la rivolta per George Floyd non è iniziata con una campagna di iscrizione elettorale. È iniziata con l’incendio di una caserma di polizia. Secondo un sondaggio di Newsweek, il 54% degli intervistati riteneva che quell’azione fosse giustificata. Se ciò non fosse avvenuto, il movimento non sarebbe riuscito a far parlare degli omicidi di George Floyd, Breonna Taylor e altri, e non ci sarebbe stato alcun guadagno elettorale per il Partito Democratico. Non c’è modo di creare movimenti potenti senza agire concretamente contro le cause dell’ingiustizia.
Avendo la possibilità di cooptare i movimenti di resistenza, i Democratici avrebbero beneficiato di movimenti più potenti nel 2021-2024. Invece, hanno preferito perdere.
La cricca dei politici
La campagna di Harris ha ricevuto il sostegno dell’ex presidente George W. Bush, dell’ex rappresentante Liz Cheney, del conduttore di talk-radio conservatore Charlie Sykes e di molte altre figure di destra. Questo non solo perché il programma di Trump era scioccante anche per coloro che in precedenza rappresentavano il volto dell’establishment repubblicano, ma anche perché Harris rappresentava un modello politico centrista, lasciando che fossero i repubblicani a determinare il discorso su questioni come l’immigrazione.
Come abbiamo precedentemente sostenuto:
il sistema bipartitico statunitense funziona come un cricchetto, con il Partito Repubblicano che si sposta sempre più a destra, mentre i Democratici, nel tentativo di acquisire credibilità e potere, inseguono il centro politico, con il risultato che alcuni discorsi politici non possono semplicemente più essere affrontati.
Questa strategia ha aiutato i repubblicani a normalizzare quelle che un tempo erano idee marginali sull’immigrazione e sulla criminalità. Ma i democratici non ne hanno approfittato.
Per tornare indietro, possiamo vedere che la vittoria di Trump nel 2024 segna un punto di svolta cruciale nel discorso politico del XXI secolo. Quando Trump è stato eletto nel 2016, il consenso neoliberale sembrava invincibile; la sua vittoria sembrava rappresentare un caso fortuito in cui un politico atipico era salito al potere cooptando la retorica del cosiddetto movimento anti-globalizzazione. Oggi è chiaro che il periodo d’oro del consenso neoliberale è finito e che qualcosa di diverso dovrà venire dopo. Eppure, per decenni, i Democratici hanno collaborato con i Repubblicani per schiacciare i movimenti che proponevano un’alternativa. Hanno soppresso le forze all’interno del loro stesso schieramento, come la campagna di Bernie Sanders, che rappresentavano una via d’uscita; questo è stato ciò che ha reso possibile a Trump di presentarsi fittiziamente come un rappresentante della ribellione.
In questo modo è diventato inevitabile che l’estrema destra abbia il potere nella prossima fase, dal momento che i Democratici hanno contribuito a sopprimere le alternative anarchiche, antiautoritarie e di sinistra.
Desensibilizzazione del pubblico
Infine, cosa straziante, l’amministrazione Biden ha già fatto gran parte del lavoro per desensibilizzare l’opinione pubblica al programma che una seconda amministrazione Trump, ormai incoraggiata, cercherà di portare avanti. Soprattutto, l’amministrazione Biden ha ottenuto questo risultato sostenendo l’esercito israeliano nella realizzazione di un brutale genocidio a Gaza. Così facendo, Biden e Harris hanno abituato milioni di persone all’idea che la vita umana non abbia alcun valore intrinseco, che sia accettabile massacrare, imprigionare e tormentare le persone in base al loro stato di appartenenza a un gruppo demografico mirato.
Questo è esattamente il tipo di ambiente che permetterà a Donald Trump di attuare il genere di politiche interne brutali che ha intenzione di realizzare quando tornerà in carica tra due mesi e mezzo.
La strada da percorrere
Non possiamo, infine, incolpare i Democratici di tutto. Siamo noi che non siamo riusciti a costruire movimenti abbastanza potenti da sopravvivere ai loro sforzi di soppressione. Siamo noi che non siamo ancora pronti a impedire a Trump di deportare milioni di persone e di destinare altri miliardi di dollari ai miliardari e all’apparato di sicurezza dello Stato.
Fortunatamente, questa storia non è ancora finita.
Abbiamo la responsabilità di non lasciare che le statistiche elettorali ci smobilitino. Come abbiamo scritto nel 2016, in risposta alla prima vittoria di Trump,
Le elezioni servono a mostrarci l’un l’altro nel momento peggiore, distillando gli aspetti più offensivi, vigliacchi e servili della specie. Molte persone che non strapperebbero mai personalmente una madre ai suoi figli sono in grado di approvare la deportazione dalla privacy di una cabina elettorale, proprio come la maggior parte delle persone che mangiano carne non potrebbero mai lavorare in un macello. Se non fosse per l’alienazione che caratterizza il governo stesso, la maggior parte delle terribili politiche che compongono l’agenda di Trump non potrebbero mai essere attuate.
Ci sarà una breve finestra di possibilità quando milioni di persone che avevano contato sui Democratici per tenersi al sicuro si sveglieranno e si renderanno conto che siamo l’unica speranza l’uno per l’altro. Dobbiamo agire immediatamente per entrare in contatto tra di noi, per ristabilire tutto ciò che abbiamo perso dal 2020.
Dobbiamo intraprendere progetti proattivi che ci distinguano dai partiti politici, progetti che mostrino ciò che tutti hanno da guadagnarci con le nostre proposte e che offrano l’opportunità a persone di ogni estrazione sociale di essere coinvolte nel progetto di cambiare il mondo in meglio.
La buona notizia è che possiamo farlo. Lo abbiamo già fatto. Ci vediamo in prima linea.
Pubblicato per gentile concessione di CrimethInc. La versione inglese dell’articolo è disponibile a questo link.