Il complesso allopatico e le sue conseguenze
Il 4 dicembre, Luigi Mangione ha messo in atto un elaborato piano per uccidere Brian Thompson, CEO della UnitedHealth Group, compagnia assicurativa americana nota per le sue inique politiche di rimborso. Brian Thompson stesso si è reso protagonista di alcune controverse pratiche aziendali, riassumibili nella massima Delay, Deny, Defend, ossia Ritardare, Negare, Difendersi (in tribunale). Ritardare le risposte e i chiarimenti. Negare rimborsi e pagamenti. Eventualmente, difendersi in tribunale, dove raramente si arriva a causa dei costi delle cause di questo tipo. Luigi Mangione ha risposto con Deny, Defend, Depose, come scritto sui bossoli rinvenuti sulla scena. Il 10 dicembre, Luigi Mangione è stato catturato in un McDonald, ad Altoona, denunciato probabilmente da un dipendente. Da quel momento, si sono scoperte moltissime cose grazie all’uso dei suoi social: dal suo amore per Ted Kaczynski, ai suoi precedenti lavori. A quanto pare, Luigi Mangione avrebbe scritto un breve articolo (pubblicato su Substack e prontamente cancellato dalla piattaforma – anche se non abbiamo a ora la certezza che sia suo) e una lettera diretta agli agenti dell’FBI nel caso fosse stato preso. Qui di seguito, troverete l’articolo, successivamente, la lettera trovata al momento dell’arresto. Una nota: nonostante non abbiamo la certezza della paternità intellettuale dell’articolo, abbiamo comunque deciso di tradurlo perché apre una finestra sulla politica sanitari statunitense che reputiamo di sicuro interesse per il pubblico italiano.
Ⓐ
Il secondo emendamento lascia intendere che ogni cittadino è il capo esecutivo e comandante in capo del proprio esercito. Pertanto, autorizza alla mia autodifesa in risposta a un’entità ostile che muove guerra a me e alla mia famiglia.
Nelson Mandela afferma che nessuna forma di violenza può essere perdonata. Camus sostiene che tutto è uguale, che tu viva o muoia, o che tu beva una tazza di caffè. MLK [Martin Luther King, N.d.T.] dice che la violenza non porta mai una pace duratura. Gandhi dice che la non-violenza è la forza più potente a disposizione degli esseri umani.
Ecco chi sono gli individui che ci dicono essere eroi. Ecco chi sono i nostri rivoluzionari.
Ma tutto questo non è forse funzionale al capitalismo? La non-violenza fa sì che il Sistema continui a funzionare a pieno regime.
A cosa ci ha portato [la non-violenza, N.d.T.]? Guardatevi allo specchio.
Il Sistema vuole che noi siamo non-violenti, così che possa ingrassare grazie al sangue che ci viene tolto.
Queste potrebbero essere le mie ultime parole. Non so quando verranno a prendermi. Resisterò a qualsiasi costo. Ecco perché anche io sorrido attraverso il dolore.
Quando mia madre aveva quarantuno anni, le è stata diagnosticata una grave forma di neuropatia. Le è stato detto che era iniziata dieci anni prima, con sensazioni di bruciore ai piedi e occasionali fitte lancinanti. All’inizio il dolore durava solo qualche istante, poi si attenuava in formicolio. Poi in intorpidimento, e infine si attenuava, fino a scomparire dopo qualche giorno.
Ha iniziato con l’ibuprofene, finché i dolori di stomaco e il reflusso acido la spinsero a passare al paracetamolo. Poi, con i mal di testa e le insonnie, tornò all’ibuprofene.
Il primo dottore a cui si rivolse, le disse che erano effetti psicosomatici derivati dallo stress. Non c’era nulla che non andasse. Doveva solo rilassarsi, ridurre lo stress, dormire di più.
Il secondo medico disse che era un nervo compresso nella colonna vertebrale. Serviva un intervento chirurgico alla schiena. Costo: $180.000. Recupero minimo di sei mesi per tornare a camminare. Dodici mesi per un recupero completo, evitando di fare sforzi come sollevare oggetti più pesanti di dieci libbre [5 kg, N.d.T.].
Il terzo medico fece degli esami sulla conduzione nervosa, un’elettromiografia, una risonanza magnetica e analisi del sangue. Ogni esame aveva un costo tra i 800 e i 1.200 $. Raggiunse la franchigia di 6.000 $ del piano UnitedHealthcare in ottobre. Poi il medico andò in vacanza, e mia madre non poté riprendere gli esami se non a gennaio, quando la franchigia si azzerò.
Gli esami mostrarono una neuropatia grave. L’intervento da 180.000 $ sarebbe stato inutile.
Prescrissero oppiacei per il dolore. All’inizio il sollievo giustificava la costante foschia mentale e la stitichezza. Non me ne parlò subito. Ricordo solo che facemmo un viaggio dopo anni, quando mi portò a Monterey per visitare l’acquario. Vidi una lontra dal vivo, che nuotava sulla schiena. Partimmo alle 7 del mattino ascoltando i Green Day per tutte e quattro le ore di viaggio.
Col tempo, gli oppiacei smisero di funzionare. La resero più sensibile al dolore e soffriva sintomi di astinenza dopo appena due o tre ore.
Poi arrivò il gabapentin. A quel punto il dolore era così intenso che non poteva fare esercizio, peggiorando l’aumento di peso causato dal rallentamento del metabolismo e dai cambiamenti ormonali. E il gabapentin non aiutava quasi per nulla, lasciandola così esausta da trascorrere intere giornate a letto.
Poi provò con i corticosteroidi, ma non ebbero alcun effetto.
Il dolore era così forte che sentivo mia madre svegliarsi di notte e urlare. Correvo nella sua stanza chiedendole se stava bene. Alla fine ho smesso di alzarmi. Le sue urla erano grida angosciate di dolore senza parole, o a volte urlava la parola “cazzo”, strascicata e distorta fino al limite. Mi giravo dall’altra parte e cercavo di dormire.
E questo accadeva mentre ci prosciugavano con appuntamenti su appuntamenti, visite specialistiche e altre scansioni diagnostiche. Ogni appuntamento sarebbe dovuto essere completamente coperto dall’assicurazione sanitaria, ma le richieste di rimborso venivano costantemente ritardate o rifiutate. La medicina allopatica non fece nulla per alleviare la sofferenza di mia madre. Eppure è il fondamento della nostra intera società.
Mia madre mi raccontava che quando andava bene, il dolore nervoso le dava sensazioni simili a quelle che avrebbe avuto se le sue gambe fossero immerse in acqua gelata. Quando andava male, invece, sembrava che le gambe fossero strette in una tenaglia, strette fino a quando le manopole non potevano più girare, poi schiacciate ancora fino a far sì che le ossa delle caviglie si spezzassero e incrinassero per accomodare la pressione della morsa. E andava male spesso.
Quando doveva andare in bagno, mia madre doveva strisciare strisciava sulle mani. Dormivo in soggiorno per mettere più distanza possibile tra me e le sue grida. Ma mi svegliavo lo stesso, e tornavo comunque a dormire.
Iniziai a pensare che non ci fosse nulla che potessi fare.
L’alto costo dei ticket [qui Mangione usa la parola copays, ossia un’abbreviazione di copayments, che sarebbe più corretto tradurre come quota di compartecipazione. Abbiamo scelto di tradurre con la parola ticket perché più semplice da comprendere per il pubblico italiano] rendeva impossibile una cura costante. I nuovi trattamenti venivano rifiutati perché considerati come “non necessari dal punto di vista medico”. I vecchi trattamenti non funzionavano e ci costavano comunque migliaia di dollari.
UnitedHealthcare limitava le visite specialistiche a due all’anno.
Poi si rifiutarono di coprire le scansioni avanzate, richieste dagli specialisti per un appuntamento.
Le autorizzazioni preventive richiedevano settimane, poi mesi.
UnitedHealthcare cambiava costantemente la procedura per presentare le richieste di rimborso. Dicevano che il medico di mia madre doveva inviare per fax le sue note. Poi UnitedHealthcare diceva di non archiviare la corrispondenza dei pazienti inviata per fax e richiedeva una copia cartacea delle note digitati del medico che doveva essere spedita per posta. Poi dicevano di non aver mai ricevuto le note. Non potevano approvare la richiesta fino a quando queste note non fossero state ricevuto e archiviate.
Avevano promesso di coprire le spese, e avevano infranto la promessa fatta a mia madre.
A ogni ritardo, la mia rabbia cresceva. A ogni rifiuto, la mia voglia di scaraventare i dottori attraverso il vetro della sala d’attesa dell’ospedale aumentava.
Ma non erano loro i responsabili. Non erano i medici, le receptionist, gli amministratori, i farmacisti, i tecnici di imaging, o chiunque altro incontrassimo. Era UnitedHealthcare.
Le persone stanno morendo. Il male è diventato istituzionalizzato. Le corporazioni guadagnano miliardi di dollari sul dolore, la sofferenza, la morte e le grida angosciate nella notte di milioni di americani.
Abbiamo stipulato un accordo per l’assistenza sanitaria con un contratto legalmente vincolante che prometteva cure commisurate ai nostri pagamenti assicurativi e alle nostre necessità mediche. Poi UnitedHealthcare cambia le regole per adattarle ai propri profitti. Pensano di poter dettare le regole e che, poiché è legale farlo, nessuno possa punirli.
Pensano che non ci sia nessuno là fuori a fermarli.
Ora sono io quello con un dolore cronico alla schiena che mi sveglia nella notte, sono io a urlare di dolore la notte. Ho cercato un diverso tipo di cura, un antidoto vero a ciò che affligge noi tutti.
Aspetto il momento giusto, risparmiando le ultime forze per sferrare il colpo decisivo. Tutti gli estrattori [di sangue, N.d.T.] devono essere costretti a ingoiare il dolore amaro che infliggono a milioni di persone.
Come capi di noi stessi, è nostro obbligo morale migliorare la nostra stessa vita. Prima di tutto, dobbiamo cercare di migliorare le nostre condizioni e difenderci. Facendo ciò, le nostre azioni avranno effetti a catena che potranno migliorare la vita degli altri.
Le regole esistono tra due individui, in una rete che copre l’intero pianeta. Alcune di queste regole sono scritte. Alcune emergono dal rispetto naturale tra due persone. Alcune sono definite da leggi fisiche, come le proprietà della gravità, del magnetismo o dell’energia potenziale immagazzinata nei legami chimici del nitrato di potassio.
Nessun documento meglio incarna la convinzione che tutte le persone siano uguali in termini di status e morale, disegnando una cornice entro la quale sia possibile favorire il benessere collettivo, come la Costituzione degli Stati Uniti.
Scrivere una regola la trasforma in una legge. E a me della legge non frega un cazzo. La legge non significa nulla. Ciò che conta è seguire la guida della nostra logica e ciò che impariamo da chi ci ha preceduto per massimizzare il nostro benessere, che a sua volta massimizzerà il benessere dei nostri cari e della comunità.
Ed è qui che UnitedHealthcare ha commesso il più grave errore. Hanno violato il loro contratto con mia madre, con me e con decine di milioni di altri americani. Questa minaccia alla mia salute, alla salute della mia famiglia e alla salute del nostro popolo richiede una mia risposta con un atto di guerra.
FINE
La lettera di Luigi Mangione
Il documento che segue, in originale scritto a mano, è stato trovato negli abiti di Luigi Mangione.
Ⓐ
Agli agenti federali, sarò breve, perché rispetto ciò che fate per il nostro paese. Per risparmiarvi un’indagine lunga e complicata, dichiaro chiaramente che non ho lavorato con nessuno. È stato tutto piuttosto banale: un po’ di ingegneria sociale elementare, nozioni base di CAD e molta pazienza. Il quaderno a spirale, se lo troverete, contiene alcune note sparse e liste di cose da fare che chiariscono l’essenza della questione. I miei device tecnologici sono abbastanza protetti perché lavoro nel campo dell’ingegneria, quindi probabilmente non troverete molte informazioni lì.
Mi scuso per eventuali difficoltà o traumi causati, ma era necessario. Francamente, questi parassiti se lo meritavano.
Un promemoria: gli Stati Uniti hanno il sistema sanitario più costoso al mondo, eppure siamo circa al 42º posto per aspettativa di vita. United è la [indecifrabile] azienda più grande negli Stati Uniti per capitalizzazione di mercato, seconda solo ad Apple, Google e Walmart. Ha continuato a crescere, ma la nostra aspettativa di vita? No. La realtà è che questi [indecifrabile] sono diventati semplicemente troppo potenti, e continuano a sfruttare il nostro paese per immensi profitti perché il pubblico americano ha permesso loro di farla franca.
Ovviamente, il problema è più complesso, ma non ho spazio, e francamente non pretendo di essere la persona più qualificata per esporre l’intero argomento. Tuttavia, molti hanno già messo in luce corruzione e avidità (es.: Rosenthal, Moore) decenni fa, e i problemi rimangono ancora. Non è più una questione di consapevolezza, ma i giochi di di potere in atto sono chiari. Evidentemente sono il primo ad affrontarli con una tale onestà brutale.